Studenti ansiosi, prigionieri di uno studio mnemonico e nozionistico. Stop ai voti. L’esperienza di un liceo a Roma raccontata in un libro

Il malessere degli studenti italiani è una crisi silente che sta erodendo il tessuto del nostro sistema educativo. Con studenti sempre più demotivati e ansiosi, la necessità di un cambiamento radicale è palpabile.
Una possibile soluzione emerge dal progetto Scuola delle Relazioni e della Responsabilità del liceo Morgagni di Roma, avviato nel 2016 e ora immortalato nel libro “Crescere senza voti” di Vincenzo Arte.
Come ricorda il Corriere della Sera, il fulcro dell’iniziativa è una riforma audace: l’abolizione dei voti. Questo cambiamento, tuttavia, è solo la punta dell’iceberg. L’approccio innovativo si estende all’utilizzo efficace del tempo-scuola, l’apprendimento tra pari, la cura delle relazioni e un uso “intelligente” dei compiti a casa. In questa scuola rivisitata, lo stress derivante da interrogazioni e verifiche è un ricordo lontano. Al contrario, fioriscono emozioni positive, autostima e una maggiore consapevolezza di sé tra gli studenti, promuovendo un ambiente di apprendimento collaborativo e costruttivo.
Arte, attraverso il suo libro, offre una disamina approfondita di questa esperienza trasformativa, cercando di ispirare altri educatori a seguire questa strada rivoluzionaria. Evidenzia come una scuola centrata sui ragazzi possa prosperare magnificamente senza l’ossessione dei voti e delle performance.
Le “classi senza voti” del Morgagni rappresentano un laboratorio vivente di come la scuola possa evolversi in un luogo di benessere, apprendimento duraturo e crescita personale. Questo modello ha l’obiettivo di eliminare l’ansia da prestazione e promuovere invece una cultura di responsabilità e collaborazione.
Il cambio di paradigma proposto da Arte e dalla sua squadra non è solo una risposta al malessere studentesco, ma una sfida aperta al sistema educativo tradizionale. L’invito è per docenti e dirigenti scolastici a prendere in considerazione queste innovazioni, riconoscendo che una scuola realmente focalizzata sul benessere degli studenti non solo è possibile, ma esistente.