Studentesse col niqab devono essere riconosciute prima di entrare in classe, la Lega chiede una legge che lo vieti a scuola

WhatsApp
Telegram

A Monfalcone, in provincia di Gorizia, un istituto superiore ha adottato una procedura di verifica dell’identità per le studentesse che indossano il niqab. Prima di entrare in classe, le ragazze mostrano il volto ai docenti per consentire il riconoscimento. La dirigente scolastica difende la prassi, sottolineando l’obiettivo di prevenire l’abbandono scolastico.

L’istituto, afferma, raggiunge il suo scopo quando gli studenti completano il percorso di studi. Il quotidiano Il Piccolo, ripreso dall’ANSA, riporta la notizia e raccoglie la testimonianza di una studentessa. La giovane afferma di aver scelto liberamente di indossare il niqab, nonostante le perplessità dei genitori, e di non avere problemi con i compagni di classe, che rispettano la sua decisione. Sorge però la questione dell’educazione fisica: la studentessa svolge solo gli esercizi che non rivelano il suo corpo, ma lo stage rappresenta un ostacolo a causa delle difficoltà di identificazione.

La Lega protesta, la dirigente spiega

La questione ha sollevato la protesta della Lega, che considera il velo integrale una violazione della dignità della donna e dei valori costituzionali.

L’europarlamentare Anna Maria Cisint, intervistata dall’Adnkronos, chiede una legge nazionale che vieti il niqab, soprattutto negli ambienti scolastici. Cisint sottolinea il rischio di radicalizzazione e la necessità di far rispettare le leggi italiane agli stranieri. Inoltre ricorda un regolamento di polizia urbana approvato a Monfalcone nel 2020, che vietava l’ingresso nei locali comunali con il volto coperto. La dirigente scolastica, dal canto suo, giustifica la procedura di identificazione come un tentativo di conciliare le esigenze di sicurezza con il diritto allo studio delle studentesse.

Il racconto di una studentessa

“Ho iniziato a indossarlo nel secondo semestre della prima – spiega una delle studentesse al Piccolo – e capisco che faccia paura, perché è tutto nero”. La ragazza rivela le difficoltà incontrate durante le lezioni di educazione fisica, soprattutto per quanto riguarda lo stage. “Se i problemi continuano non so se resterò fino alla quinta…” confessa. Sottolinea però il buon rapporto con i compagni: “È questione di cultura. Che problema c’è? Vestirsi così è una loro scelta. A noi non dà alcun fastidio”. La testimonianza offre uno spaccato sulla complessità del tema, tra l’esercizio della libertà individuale, l’integrazione scolastica e il rispetto delle regole.

WhatsApp
Telegram

Abilitazione all’insegnamento 30 CFU. Corsi Abilitanti online attivi! Università Dante Alighieri