“La mia vita è cambiata perché sono incinta”. Scatta la solidarietà di docenti e preside, Sofia è ancora in pista e punta alla maturità

Era solo il principio, quando Edoardo era appena venuto al mondo, che Sofia decise di seguire alcune lezioni online. Tuttavia, si rivelò un’impresa troppo ardua per la giovane madre: “Professoressa, non riesco a farcela, lascerò la scuola”. Il preside non volle lasciarla andare così facilmente. Il preside Gianluca Dradi contattò Sofia: “Sofia, cosa fai a casa? Non mollare, ti aspettiamo, non è possibile che tu rinunci”. Non era nel suo carattere lasciare che un solo studente si perdesse tra le maglie del sistema educativo. Per farla tornare a scuola, Gianluca Dradi decise di istituire una nursery presso il suo liceo artistico Nervi-Severini di Ravenna. Inoltre, concesse che il passeggino potesse essere tenuto in classe, un banco aggiuntivo accanto a Sofia Baroni, appena ventenne, maturanda e madre alle prese con gli esami di maturità.
Una mascotte speciale per la classe
Durante la pausa, Edoardo sorrideva alle insegnanti e le compagne di classe si contendevano il privilegio di coccolarlo. Tutti, docenti e studenti, – come riporta La Repubblica – si occupavano di portare fuori dall’aula il piccolo quando Sofia doveva essere interrogata. Edoardo era diventato la mascotte della scuola. Anche Sofia aveva un posto speciale nella comunità scolastica: “Molti compagni si fermano a parlare con me. È meraviglioso avere il mio bambino in classe. Quando ho scoperto di essere incinta, ho confidato nella mia coordinatrice, la professoressa di Mosaico. Mi ha aiutato anche a condividere la notizia, perché oltre alle tre mie migliori amiche, a cui l’avevo detto subito, non sapevo come farlo. Quindi, un giorno, la mia insegnante ha annunciato: “Sofia deve dirvi una cosa”. Ed io, al quarto mese di gravidanza, mi sono alzata e mi sono avvicinata alla cattedra: “Ragazzi, la mia vita è cambiata perché sono incinta”. Si fece silenzio, le espressioni erano di sorpresa e preoccupazione.
Una catena di solidarietà inarrestabile
“Tuttavia, subito dopo scattò una catena di solidarietà”. Edoardo nacque il 10 ottobre. In breve tempo, tutti si diedero da fare: il preside trovò uno spazio per l’allattamento, una piccola area inutilizzata, che venne pulita e decorata con disegni per bambini realizzati da un gruppo di studenti. L’associazione “Una carrozzina per due”, fondata da cittadini extracomunitari, regalò un lettino da campeggio e giocattoli per Edoardo. Così nacque la classe di Edoardo. “Molti si sarebbero arresi di fronte alle responsabilità, ma io ho deciso di rischiare e consentire l’ingresso di un bambino così piccolo, nonostante la scuola assicuri solo studenti e personale”, spiegò Dradi. “Valeva la pena farlo, era un’opportunità che poteva essere realizzata con un po’ di buona volontà e molta creatività. A volte, è necessario adattare le regole e le disposizioni organizzative alla realtà dei fatti. Come disse Aristotele, non si può misurare una curva con una riga”.
Superando le barriere per realizzare un sogno
Sofia vive a 30 chilometri dalla città con il compagno e i suoi genitori. Ogni mattina arriva a scuola con il piccolo Edoardo, che ha ormai quasi otto mesi. Porta con sé libri, biberon, astuccio e pannolini. La preparazione per l’esame viene interrotta dalle poppate. “Ci sto provando”, racconta la studentessa. “Dopo la Maturità, avevo il sogno di viaggiare per il mondo lavorando per creare mosaici, che amo profondamente. Ora sarà difficile. Ma ci proverò fino alla fine.”