Alunna bocciata al liceo per troppe assenze (compresa una gravidanza). Il Tar dà ragione ai genitori: “La scuola non aveva considerato le condizioni di salute e non aveva attivato i corsi di recupero” [SENTENZA]
Il Tribunale Amministrativo Regionale per la Puglia ha emesso una sentenza che cambia le regole per la valutazione degli studenti con condizioni di salute particolari.
La sentenza, n. 965 del 5 settembre scorso, è stata emessa in seguito al ricorso di due genitori contro il Ministero dell’Istruzione e del Merito e un liceo scientifico per la mancata promozione della loro figlia alla classe successiva.
La studentessa, iscritta al terzo anno del liceo, aveva riportato insufficienze in alcune materie, aggravate da numerose assenze per motivi di salute, inclusa una gravidanza. La scuola aveva deciso di non ammettere la studentessa alla classe successiva senza considerare le sue condizioni di salute e senza avviare percorsi di recupero, decisione presa dal consiglio di classe l’8 giugno 2024.
I genitori avevano sempre aggiornato i docenti sullo stato di salute della figlia e avevano documentato e giustificato le assenze. Tuttavia, la scuola non aveva tenuto conto dei motivi di salute e aveva valutato la studentessa solo in base al rendimento dell’ultimo mese di scuola. Nonostante le difficoltà, la media complessiva dell’anno scolastico risultava sufficiente, ma le assenze, seppur giustificate da certificati medici, sono state valutate negativamente dai docenti.
Il TAR ha rilevato che l’istituto non aveva attivato alcun percorso di recupero scolastico, un elemento che da solo ha contribuito a rendere illegittimo il procedimento di bocciatura. Inoltre, la comunicazione tra scuola e famiglia è stata giudicata inadeguata, con un preavviso insufficiente riguardo all’andamento scolastico negativo della studentessa. Il Tar ha anche ritenuto che la valutazione della studentessa era stata incongrua e illegittima, in quanto si era basata solo sul rendimento dell’ultimo mese di scuola e non aveva tenuto conto della media complessiva dell’anno.
La sentenza sottolinea anche la mancata considerazione delle circostanze particolari che hanno caratterizzato il caso, come lo stato di salute e la gravidanza della minore. I docenti non hanno tenuto conto del fatto che le assenze erano documentate e giustificate, né hanno valorizzato l’impegno dell’alunna nel recuperare le insufficienze.