Studentessa 14enne condannata a 7 anni per aggressione a insegnanti e studente nel Galles

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Una ragazza di 14 anni è stata condannata a oltre sette anni di detenzione in un istituto per minorenni per aver tentato di accoltellare due insegnanti e uno studente nella Amman Valley School, nel Galles.

L’episodio, avvenuto il 24 aprile 2024, ha sconvolto la comunità scolastica: l’adolescente, all’epoca tredicenne, ha aggredito un docente con un’arma bianca, per poi colpire un collega intervenuto in suo aiuto e un altro alunno prima di essere bloccata. La scuola, che conta oltre 1400 studenti, si trova a circa 100 chilometri da Cardiff.

Durante l’arresto, la giovane ha espresso orgoglio per il gesto, dichiarando ai poliziotti: “Sono sicura che questo sarà al telegiornale e che molte persone mi guarderanno”. Il giudice Paul Thomas della Corte di Swansea ha sottolineato la gravità dei fatti, emettendo una condanna esemplare. Intanto, nello stesso giorno, a Sheffield, è iniziato il processo a un 15enne accusato di aver ucciso un coetaneo, Harvey Willgoose, in un altro episodio di violenza scolastica. Mentre la 14enne gallese sconterà la pena in un istituto minorile, il ragazzo di Sheffield ha ammesso l’omicidio colposo e attenderà il processo, fissato per il 30 giugno.

L’allarme per la violenza giovanile nel Regno Unito

I due casi riaccendono i riflettori sul fenomeno della violenza tra minori nelle scuole britanniche. E la mente torna ad Adolescence, la miniserie britannica in quattro episodi, che domina le classifiche di Netflix.

Non un giallo, ma un’indagine sociale

Al centro della trama c’è Jamie Miller, un tredicenne accusato di omicidio, ma la serie non cerca il colpevole—esplora invece il contesto che ha portato al gesto. Attraverso una narrazione lucida e spietata, affronta temi come il bullismo online, la mascolinità tossica e l’influenza della sottocultura incel, offrendo uno sguardo senza filtri sulle ferite dell’adolescenza moderna. Come scrive il New York Times, gli autori usano “il dolore come porta d’accesso a domande più grandi”, trasformando la serie in un manifesto generazionale.

Uno strumento didattico inaspettato

Il successo di Adolescence non si misura solo negli ascolti, ma nelle conversazioni che ha innescato. Un insegnante su Threads ha raccontato di aver mostrato i primi due episodi alla sua classe di sedicenni, ottenendo una reazione insolita e potentissima: studenti incollati allo schermo, in un silenzio carico di emozione. “Non volevano interrompere la visione neanche per la ricreazione”, ha scritto. La serie, infatti, non è solo intrattenimento, ma un pretesto per parlare di pressione sociale, violenza e solitudine digitale. Un caso raro in cui la TV diventa lezione—e forse, per molti ragazzi, un’occasione per riconoscersi e capirsi.

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