Studente riammesso alla maturità dopo la sentenza del TAR. Parla la preside: “Rifarei la scelta di bocciarlo per tutelare tutti i ragazzi che sono abituati a guadagnarsi la promozione”

In un liceo di Ancona, un caso di bocciatura e riammissione ha acceso il dibattito sul ruolo del dirigente scolastico e l’applicazione delle normative.
Uno studente, inizialmente ammesso all’esame di maturità dal consiglio di classe, è stato successivamente bocciato dalla preside, la quale ha poi convocato un nuovo scrutinio per formalizzare la decisione. Il ragazzo, tramite ricorso al TAR, ha ottenuto la riammissione agli esami, che ha poi superato con un voto di 62/100.
La preside, in un colloquio con il Corriere Adriatico, pur dichiarandosi “felice per la sua famiglia” e augurando “al ragazzo le migliori fortune”, difende fermamente il suo operato. “Ho agito con correttezza, onorando il mio lavoro con disciplina”, afferma la dirigente, “e lo rifarei altre volte per tutelare tutti i ragazzi che sono abituati a guadagnarsi la promozione, studiando dal primo all’ultimo giorno. Per questo ho la coscienza pulita”.
La preside sottolinea di aver agito “nel rispetto delle normative”, citando il Dpr 122/2009 e il Dlg 62/2017, e ribadisce l’importanza di un “congruo numero di valutazioni”, non inferiore a tre, come previsto dalla legge. A giustificazione della sua decisione, la preside evidenzia le “insufficienze in più materie” dello studente, “alcune fondamentali”, e la presenza, in alcune discipline, di “un solo voto, talvolta insufficiente, messo nel secondo quadrimestre”.
Il TAR, pur avendo riammesso lo studente in via cautelare, dovrà ancora pronunciarsi nel merito della questione.