Studente morto a Messina, lo sfogo di una docente: “Siamo alle prese con Invalsi, Pcto, Pon burocratici e ottusi, seminari per ogni scemenza e dimentichiamo cosa è davvero importante”

L’improvvisa scomparsa di uno studente 15enne di un istituto agrario di Messina ha scosso la comunità educativa locale. Sul quotidiano locale “Tempo Stretto”, una docente della scuola ha espresso il dolore e le riflessioni suscitate da questa tragica notizia.

“La notizia improvvisa e inaspettata ci sconvolge tutti. Perché un ragazzo di 16 anni se ne va?” afferma la docente, che insieme a colleghi e dirigenti si interroga su come poter essere stati più presenti e utili.

L’educatrice lamenta la mancanza di risorse adeguate, come il personale, gli edifici e il supporto psicologico, sottolineando l’importanza di “laboratori stabili di attività socializzanti e creative”. Critica i sistemi di monitoraggio, gli ostacoli burocratici e una visione di scuola che, a suo avviso, dà priorità a produzione e consumo piuttosto che il benessere degli studenti.

Secondo la docente, le scuole dovrebbero lavorare per far crescere i ragazzi, accompagnandoli con sicurezza e serenità fino alla fine degli studi, costruendo insieme un bagaglio emotivo e di conoscenze. Sottolinea che la scuola deve resistere nonostante le difficoltà e continua a credere nel proprio compito, anche se a volte può sembrare insufficiente.

Conclude il suo sfogo interrogandosi: “Siamo stati sufficienti, utili? Potevamo fare di più? I fiori oggi sono per te. Noi ci siamo (insufficienti, inutili, inani) e ci saremo sempre”.

Questa tragedia riapre il dibattito sulla necessità di maggiori risorse e di un approccio più umano nella scuola, al di là delle mire produttive e consumistiche.

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