Studente di 16 anni muore durante lo stage in un incidente stradale: era a bordo del furgoncino della ditta
Un ragazzo di 16 anni è morto in un incidente stradale nelle Marche: era a bordo di un furgone durante uno stage programmato nell’ambito di un corso professionale della Regione Marche.
Il mezzo è finito fuori strada contro un albero in orario di lavoro.
L’adolescente viaggiava al posto del passeggero – che ha subito il maggiore impatto contro l’albero – ed è morto sul colpo. Il conducente è stato invece sbalzato via dall’abitacolo, finendo a a vari metri di distanza dal mezzo.
Sul luogo sono intervenuti i vigili del fuoco, che hanno estratto il corpo del ragazzo dalle lamiere, la polizia locale, i carabinieri e il 118. Il 37enne – che nell’immediatezza dei fatti si pensava fosse la vittima – è stato trasportato all’ospedale in gravi condizioni.
Il ragazzo frequentava un corso di accompagnamento al lavoro, che prevedeva una parte di lezioni in aula e una parte pratica con uno stage presso un’azienda. Si tratta di corsi organizzati da enti di formazione del territorio e finanziati dalla Regione Marche.
“Quello che sta succedendo in Italia è sotto gli occhi di tutti. Questa è la scuola che hanno voluto governi e padroni. Sappiamo cosa fare, nessuno ha più scuse – afferma in una nota il Fronte della Gioventù Comunista – Il 18 febbraio gli studenti saranno in piazza in tutta Italia contro alternanza, maturità e repressione subita“, dichiara Lorenzo Lang, Segretario Nazionale del Fronte della Gioventù Comunista.
Mentre Luca Redolfi, coordinatore nazionale dell’Unione Degli Studenti, ricorda anche “la lunga lista di morti sul lavoro causati da un sistema malato, volto solamente al profitto: vogliamo sicurezza dentro e fuori le scuole, vogliamo che l’alternanza scuola-lavoro e gli stage vadano aboliti a favore dell’istruzione integrata“. “Ci chiediamo quanti altri studenti e giovani debbano morire prima l’idea di un sistema unicamente volto al profitto e allo sfruttamento, cambi, una volta per tutte”, conclude Redolfi.
“Non è possibile morire di lavoro a 16 anni, questo evidentemente ci deve far interrogare profondamente non solo sul rapporto fra scuola e lavoro, ma anche su quanto ci sia urgenza in questo paese di risolvere il problema della sicurezza sul lavoro“, dichiara la Rete degli Studenti.
Interviene anche il segretario di Sinistra Italiana, Nicola Fratoianni, che si chiede: “Che deve succedere perché si prenda atto che il sistema attuale non funziona?“. “Il ministero ascolti gli studenti – conclude il vicepresidente della commissione cultura di Montecitorio – che si mobilitano e chiedono di fermare questo cortocircuito continuo tornando ad investire pienamente sulla Scuola“.
E l’Usb torna a chiedere la fine “dell’alternanza scuola lavoro, della scuola azienda, e la revisione totale dei modelli della formazione professionale questa specie di serie B dell’ingresso nel mondo del lavoro riservata ai ragazzi che alle medie ricevono il bollino ‘scarso’, il 6 o giù di lì, e per questo vengono gettati nel calderone del lavoro non qualificato. Un calderone in cui sguazzano le aziende che piegano la formazione alle loro esigenze, con tutto quel che ne consegue per la sicurezza e la salute dei giovani“.
“Esprimo il mio più profondo dolore e vicinanza alla famiglia”. Così il ministro dell’Istruzione, Patrizio Bianchi, dopo aver appreso la notizia della morte in un incidente stradale del giovane, impegnato in un corso di formazione professionale finanziato dalla Regione Marche. “La sicurezza sul lavoro deve essere sempre garantita, a maggior ragione quando sono coinvolti dei ragazzi in formazione. Su questo abbiamo già avviato un confronto con il ministro del Lavoro Orlando e messo a ragionare i nostri tecnici. Credo sia urgente ritrovarci anche insieme alle Regioni per un percorso che porti a una maggiore sicurezza in tutti i percorsi di formazione dove sono previsti contatti dei nostri giovani con il mondo del lavoro”, ha concluso il ministro.