Studente 15enne morto suicida a Senigallia, le amare parole di una docente: “Siamo inermi, Questa tragedia ci obbliga a guardarci dentro, a riconoscere le nostre responsabilità”

Un silenzio carico di dolore, poi rotto da un appello accorato. Una docente dell’istituto frequentato dal quindicenne che si è tolto la vita a Senigallia, dopo giorni di bullismo, ha deciso di parlare, chiedendo l’anonimato, per dare voce a un disagio profondo che attraversa il mondo giovanile.

Le sue parole, riportate dall’ANSA, sono un grido di aiuto, una richiesta di intervento immediato per una generazione che sembra sempre più smarrita.

“Non è giusto”, afferma con voce rotta dall’emozione. “Un ragazzo di 15 anni dovrebbe avere una via d’uscita, un futuro da sognare. Il nostro compito, come adulti, è aiutarli a trovarla. Troppi ragazzi sono intrappolati in un dolore silenzioso, un buco nero dove la speranza sembra non esistere. Si sentono soli, incompresi, invisibili”.

La docente sottolinea l’impotenza che spesso attanaglia gli adulti di fronte a un disagio giovanile di dimensioni enormi: “Noi adulti non abbiamo gli strumenti per affrontare questa situazione. I numeri, le testimonianze degli psichiatri, dei reparti di igiene mentale, degli stessi docenti, parlano chiaro: siamo inermi”.

L’appello si concentra sulla necessità di un supporto concreto e qualificato: “Abbiamo bisogno di aiuto. I ragazzi hanno bisogno di un supporto qualificato, universale, accessibile a tutti, garantito dallo Stato. Senza un intervento deciso, non ne usciremo”.

Infine, la docente si aggrappa alla speranza che questa tragedia possa innescare un cambiamento: “Spero che la sua morte non sia vana, che spinga i ragazzi in difficoltà ad aprirsi e noi adulti ad essere pronti ad ascoltarli e supportarli. Questa tragedia ci obbliga a guardarci dentro, a riconoscere le nostre responsabilità. Un ragazzo che si toglie la vita a 15 anni ci sta urlando che abbiamo fallito tutti. E non deve più succedere”.