Strategie per iniziare bene il nuovo anno scolastico. Lettera
Inviata da Mario Bocola – A poco meno di un mese da settembre affrontiamo alcuni aspetti della scuola italiana per iniziare al meglio il nuovo anno scolastico. Diciamoci la verità, le strategie per una scuola migliore, o almeno migliorabile, si sprecano.
Seguono mode, ministri di turno e pedagogisti che discettano quasi fossero degli oracoli (eppure, quello di Delfi era più che sufficiente!).
Al netto delle posizioni, delle teorie, del pensiero di questo o quel vate del psicodidattica, su un aspetto sono tutti, o quasi, d’accordo: all’interno del primo ciclo d’istruzione, la scuola media è il passaggio verso l’adolescenza, con tutto quello che ne consegue e proprio per questo è il triennio più delicato (e non mancano, anche su
questo studi, considerazioni e ricette varie).
Forse dovremmo avere il coraggio di guardare veristicamente la realtà e chiederci come potremmo agire per migliorare quel triennio della secondaria di primo grado.
Ma un’opera realistica spesso si scontra con le alchimie pedagogiche, che spesso illudono e contorcono ulteriormente la vita scolastica.
Un passo per uscire dal guado, che dovrebbe essere attuato da tutte le scuole, a prescindere da quell’ipocrisia dell’autonomia (su cui ci aspettiamo un necessario tagliando-verità), è quello della formazione delle classi. Materia scottante, più delle attuali temperature africane, che proprio in queste settimane stanno mettendo a dura prova la tenuta di nervi di chi sta formando le nuove classi prime. Un tema che spesso affligge anche le famiglie, le quali già dal quinto anno della primaria, brigano per far sì che i pargoli della classe, il gruppetto, possa continuare assieme anche alla secondaria di primo grado.
Ma una scuola che vuole essere anche palestra di vita, con tutti gli annessi, può ancora accettare questo presunto ideale?
Spesso il “pacchetto” che arriva alle medie, con dietro tutte le dinamiche familiari, finiscono con avere nel tempo, considerata la peculiarità delle medie, un effetto negativo sull’equilibrio dei singoli alunni e sulla nuova classe. Che si ritrova inceppata, con risultanze negative anche, ed è inevitabile, sulla didattica e sui rapporti fra il consiglio di classe e i ragazzi.
Quindi sarebbe più giusto uscire da quest’ottica gruppettara, quasi da circolo chiuso, e aprirsi con coraggio e fiducia a nuovi incontri per nuove dinamiche relazionali.
A giovarsene sarebbero tutti, in primis i ragazzi. Che in questo modo potrebbero davvero crescere nei rapporti interpersonali.