Storia dell’arte, vanno ripensati i programmi per ridarle un posto di primo piano

Il Miur, con nota del 19 aprile 2018, ha pubblicato le bozze dei quadri orario, con relativa individuazione delle classi di concorso, relativi al primo biennio degli indirizzi di studi dei nuovi percorsi di istruzione professionale, secondo quanto stabilito dal decreto legislativo n. 61/2017.
Ne abbiamo già parlato in Istituti professionali, quante ore per ogni classe di concorso e assi culturali. Nota Miur
Nei suddetti quadri orario, evidenzia Vincenzo Trione in un articolo pubblicato dal Corriere della Sera, non c’è traccia della storia dell’arte: neanche in indirizzi dove questa disciplina appare indispensabile, nonostante i proclami ai tempi dell’approvazione della legge 107/2015.
Trione sottolinea la continuità tra Buona Scuola e riforma Gelmini, volta a smantellare gli insegnamenti di disegno e storia dell’arte nelle scuole secondarie di secondo grado di qualsiasi indirizzo.
Fine ultimo del predetto smantellamento, prosegue Trione, è quello di portare avanti un sistematico attacco alle humanities, prediligendo un realismo tecnocratico, d’impronta tardo-positivista.
Trione conclude il proprio intervento appellandosi al prossimo titolare Miur, affinché proceda ad una serie riflessione sui programmi della storia dell’arte, che va intesa come sapere non specialistico ma trasversale, capace di disegnare i confini all’interno dei quali storia, letteratura, filosofia, cinema, scienze e religione entrano in dialogo.