Stop smartphone alle superiori, si fa già in alcune scuole: ecco dove. Cosa sono le custodie Yondr, che bloccano il cellulare senza toglierlo agli studenti

Il Ministro Valditara non si fermerà al primo ciclo di istruzione, la sua campagna sull’uso consapevole degli smartphone toccherà anche la Secondaria di II grado. Almeno questo quanto annunciato nei giorni scorsi attraverso dichiarazioni ed interviste.
Quindi, verso un divieto generalizzato dell’uso dei telefoni cellulari durante le lezioni, con l’introduzione obbligatoria di contenitori di raccolta all’inizio della giornata scolastica. Chi non si adeguerà rischia una sanzione disciplinare. Il divieto non includerà la possibilità di utilizzo dei tablet per finalità didattiche.
Consegna smartphone o custodie Yondr?
Il Ministro ha espressamente affermato che sarà necessario consegnare i cellulari, ma esistono anche soluzioni che consentono di lasciare il cellulare in possesso allo studente, pur impedendone la possibilità di utilizzo. Si tratta delle cosiddette “Custodie yondr”.
Come funzionano
Ogni persona inserisce il proprio smartphone in una custodia Yondr, che si blocca magneticamente tramite un sistema analogo a quello degli antitaccheggio nei negozi. Il dispositivo resta sigillato finché non viene sbloccato in un’apposita stazione di sblocco (presente all’uscita dell’area). Durante l’intera permanenza nell’ambiente designato, il telefono resta con l’utente ma non è utilizzabile.
Una soluzione ampiamente presente in molti Collage statunitensi, dividendo le opinioni sul loro utilizzo. Se da un lato si punta a prevenire le distrazioni o i conflitti, a migliorare la concentrazione, dall’altra si invoca la libertà personale, la gestione delle emergenze e i costi di fornitura e manutenzione delle custodie.
Gli esempi in Italia
Era il lontano 17 settembre 2018, quando il Liceo San Benedetto ha presentato ufficialmente l’adozione delle custodie Yondr, diventando la prima scuola italiana a dotarsi di questa tecnologia. Il sistema prevede che, all’ingresso in classe, ogni studente inserisca il proprio smartphone in una custodia morbida che viene sigillata tramite un meccanismo magnetico. La custodia rimane chiusa per tutta la durata delle lezioni, inclusa la ricreazione, e può essere sbloccata solo tramite una base magnetica in possesso degli insegnanti.
L’iniziativa è stata motivata da un intento pedagogico piuttosto che punitivo. L’obiettivo principale era quello di ridurre le distrazioni causate dagli smartphone, promuovere l’interazione sociale tra gli studenti e prevenire fenomeni come il cyberbullismo.
Le reazioni degli studenti sono state inizialmente contrastanti. Alcuni hanno accolto positivamente la novità, riconoscendo i benefici in termini di maggiore concentrazione e interazione con i compagni. Altri, invece, si sono sentiti “tagliati fuori dal mondo” a causa dell’impossibilità di accedere ai propri dispositivi durante la giornata scolastica. Tuttavia, dopo un periodo di adattamento, molti studenti hanno riconosciuto l’utilità dell’iniziativa nel migliorare l’ambiente di apprendimento.
Dopo l’esperienza del Liceo San Benedetto, altre scuole italiane hanno mostrato interesse per l’adozione delle custodie Yondr. Tuttavia, la diffusione su larga scala è stata limitata, principalmente a causa dei costi associati all’acquisto delle custodie e delle basi di sblocco, nonché per le preoccupazioni relative alla gestione delle emergenze e al rispetto della privacy degli studenti.
Un esempio recente di adozione strutturata delle custodie Yondr proviene dal Lycée Chateaubriand di Roma, che ha introdotto una misura obbligatoria per gli studenti del primo e secondo liceo. A partire dal prossimo anno scolastico, gli alunni delle classi “troisième” e “seconde” saranno tenuti a sigillare i propri cellulari all’arrivo a scuola, con la possibilità di riaprirli solo durante la pausa pranzo e alla fine delle lezioni.
Obiettivi educativi e contesto disciplinare
Indipendentemente dalla soluzione (consegna all’ingresso o custodie sigillate), lo scopo del divieto obbedisce a obiettivi di carattere educativo e disciplinare che vanno dalla distrazione, alla maggiore concentrazione, al bullismo e al rafforzamento dell’autorevolezza della scuola come spazio formativo regolato. Basta? Divieto e formazione, è il binomio sul quale bisogna puntare. L’inserimento dell’educazione all’utilizzo degli strumenti multimediali nell’educazione civica è un passo importante, ma bisogna anche puntare sulla formazione dei docenti.