Stop mascherine in classe. Sasso, “Fa troppo caldo, già in tante zone siamo sopra i 30 gradi”. Costa apre all’ipotesi. Speranza frena. Gli esperti divisi

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Non è la prima volta che il sottosegretario all’istruzione Rossano Sasso prende posizione contro gli obblighi anti covid a scuola. Adesso torna alla carica per quanto riguarda le mascherine in classe che, a suo modo di vedere, dovrebbero essere eliminate.

Condivido l’appello del presidente della Liguria, Giovanni Toti, a rimuovere l’obbligo di indossare la mascherina nelle aule scolastiche. Una richiesta che mi è arrivata anche da tante famiglie, che ci sollecitano ad adottare una misura di buon senso per l’ultima parte dell’anno scolastico“, scrive su Facebook il sottosegretario.

Come Lega – prosegue – lo stiamo chiedendo da diverse settimane, in considerazione sia del miglioramento dei dati epidemiologici sia della brusca impennata delle temperature, che soprattutto nel Mezzogiorno rende davvero difficile seguire le lezioni: oggi, in diversi centri, siamo abbondantemente oltre i 30 gradi“.

E ancora: “Tra l’altro, è ormai dimostrato che a scuola il rischio di contagio riguarda soprattutto le fasi di entrata e di uscita, non certo quando gli studenti sono seduti ognuno al proprio posto. Si potrebbe lasciare l’obbligo di indossare la mascherina solo quando ci si alza dal banco o si circola nei corridoi“.

Sasso conclude il suo intervento: “Ci appelliamo ancora una volta alle autorità sanitarie affinché i protocolli siano rivisti al più presto: la decisione finale spetta al ministro Speranza, che mi auguro si dimostri più in sintonia con il Paese reale rispetto a quanto fatto finora“.

Pronta la replica del Ministro della Salute Roberto Speranza: “Sono valutazioni che deve fare la nostra comunità scientifica. Non sono mai state scelte politiche, sono scelte tecniche che vanno valutate in quanto tali”.

Nella giornata del 17 maggio apre alla possibilità di togliere le mascherine in classe un altro sottosegretario, però relativo al Ministero della Salute, Andrea Costa: “Sono convinto che soprattutto durante le lezioni, quando i nostri ragazzi e i nostri bambini sono seduti al proprio posto, si possano togliere le mascherine e mi auguro che ci possa essere lo spazio per fare un ulteriore riflessione pur consapevole che siamo certamente ormai vicini alla scadenza dell’anno scolastico”.

“Sarebbe un ulteriore segnale di fiducia ai cittadini. Mi auguro che si possa aprire una riflessione”, ha aggiunto.

Sull’argomento anche il presidente della Regione Liguria, Giovanni Toti: “Almeno nell’ultimo mese di lezioni, eliminiamo l’obbligo di mascherina a scuola. Come è possibile che gli studenti debbano indossarla in classe, anche mentre sono seduti distanziati nei banchi, e poi possano girare senza nei centri commerciali al chiuso, nell’ora dello shopping? La Liguria è pronta a portare questa richiesta in Conferenza Stato-Regioni: basta regole stravaganti, fidiamoci degli italiani e dei nostri ragazzi, che hanno imparato quando è importante usare i dispositivi di protezione e sono stati spesso più diligenti di tanti adulti. Facciamo vincere il buonsenso”. 

Cosa ne pensano gli esperti?

In merito alla proposta di Sasso risponde Filippo Anelli, presidente della Federazione nazionale degli Ordini dei medici (Fnomceo): “Sicuramente la situazione è migliorata e a scuola si possono tenere le finestre aperte per un buon ricircolo d’aria. Con queste condizioni, compresa però la possibilità del distanziamento in classe, si può pensare ad eliminare le mascherina a scuola. Certo, io aspetterei magari un’altra settimana per stabilizzare ancora di più la situazione“.

Sul tema interviene anche Pier Luigi Lopalco, docente di igiene all’Università del Salento: “Finché la circolazione virale da Sars CoV-2 resta alta, la mascherina in ambienti confinati, scuola compresa, è utile. Già nelle prossime settimane (si spera), potrebbe diventare meno importante a fronte di una circolazione virale in diminuzione“.

Penso che il principio che dovrebbe guidare le scelte sull’uso della mascherina da oggi in avanti – sottolinea Lopalco – debba essere basato sulla forte raccomandazione in concomitanza con livelli di circolazione virale elevata. Gli obblighi potrebbero essere superati da un buon livello di comunicazione e scelta consapevole dei cittadini“.

E’ giusto portare avanti un obbligo quando siamo sicuri che ci sia una efficacia nel ridurre la trasmissione – precisa Matteo Bassetti, direttore Malattie infettive del Policlinico San Martino di Genova – Ma non è questo il caso. Non è possibile stabilire se questi dispositivi di protezione abbiano effettivamente ridotto la trasmissione del virus. Lo dico perché non c’è nessuna evidenzia scientifica che lo abbia stabilito rispetto alla vaccinazione, al lavaggio delle mani o al distanziamento“.

Chi afferma che è la scienza a dire che serve l’obbligo della mascherina a scuola – avverte – dice una eresia: nessuno studio ha affermato che le mascherine da sole hanno ridotto la trasmissione“. 

Secondo Guido Rasi, responsabile scientifico Consulcesi ed ex direttore esecutivo dell’Agenzia europea del farmaco Ema, “fatto salvo che la mascherina rimane un presidio per proteggere l’individuo e ciascuno di noi dovrebbe ormai sapere come, la Ffp2 ben stretta sul naso, e quando usarla in base alle circostanze, nell’ultimo mese di scuola lascerei liberi i bambini e i ragazzi dall’obbligo della mascherina. Dopo la scuola hanno una vita sociale e tante interazione che non prevedono più l’obbligo della mascherina. Magari l’insegnante può considerare di tenerla in aula”.

Non è che le mascherine a scuola si debbano mantenere per diminuire la trasmissione” di Covid, “perché poi se un ragazzo le tiene mezza giornata in aula e poi va con gli amici al bar, al ristorante, in discoteca, l’effetto protettivo è nullo. Però c’è un effetto protettivo nei confronti dei più fragili“, sottolinea Andrea Crisanti, direttore del Dipartimento di medicina molecolare dell’università di Padova. “E’ per questo unico motivo, per tutelare i più fragili, che le mascherine a scuola andrebbero mantenute fino alla fine dell’anno scolastico. E il caldo non crea nessun problema“.

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