Stop cellulari in classe, il pedagogista Corsini: “Prima di dare indicazioni bisognerebbe informarsi sulle scelte didattiche. Altrimenti è solo uno slogan contro il digitale” [INTERVISTA]

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La circolare del Ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara che vieta, dal prossimo anno scolastico, l’uso dei cellulari a scuola, anche a fini didattici, fino alla secondaria di primo grado, ha scatenato un vero dibattito.

La motivazione dietro questa scelta è la preoccupazione per l’impatto negativo che l’uso eccessivo dei cellulari può avere sul naturale sviluppo cognitivo dei ragazzi, ha spiegato Valditara.

Sul tema interviene anche Cristiano Corsini, docente di pedagogica sperimentale dell’Università Roma Tre, che ad Orizzonte Scuola esprime il suo pensiero in merito.

In generale trovo poco sensato intervenire in maniera tanto semplicistica su questioni così complesse. Abbiamo bisogno di uno sguardo maturo sul digitale, non possiamo né illuderci che risolva da sé i problemi né che sia il male assoluto“, esordisce Corsini.

Bisogna calarsi nei contesti – prosegue il pedagogista – e mettere assieme il perché della didattica con le persone coinvolte nel processo. In quante scuole secondarie di primo grado viene impiegato il cellulare a scopi didattici? Se sono molte, cosa che mi pare piuttosto improbabile, allora vale la pena informarsi sulle scelte didattiche, sulla loro equità (o iniquità) e sulla loro efficacia (o inefficacia), monitorarle e ragionarci su per valutare punti di forza e di debolezza. Se sono poche, come mi pare probabile, quella del ministro è una sparata propagandistica, un pessimo slogan tipico di certe crociate contro il digitale”.

Corsini poi inserisce la sua esperienza personale come genitore: “Io e mia moglie proviamo ad evitare di consegnare un telefonino a nostro figlio e nostra figlia prima che compiano dodici o tredici anni. Ovviamente non mi permetto di giudicare le famiglie che fanno scelte diverse, però resterei spiacevolmente sorpreso se l’insegnante incentrasse le attività didattiche sull’uso di uno strumento che non è alla portata di tutti”.

Ci sono però contesti in cui tutta la classe possiede un cellulare e magari non sono disponibili altri strumenti forniti dalla scuola. In tal caso, non mi pare molto grave che l’insegnante chieda di usare un telefonino per svolgere determinate attività“, continua l’esperto.

Insomma, prima di dare indicazioni sull’uso dei cellulari proverei ad informarmi“, conclude.

La circolare del Ministro

La circolare del Ministero dell’Istruzione e del Merito dispone pertanto il divieto di utilizzo in classe del telefono cellulare, anche a fini educativi e didattici, per gli alunni dalla scuola d’infanzia fino alla secondaria di primo grado, salvo i casi in cui lo stesso sia previsto dal Piano educativo individualizzato o dal Piano didattico personalizzato, come supporto rispettivamente agli alunni con disabilità o con disturbi specifici di apprendimento ovvero per documentate e oggettive condizioni personali.

Tuttavia, da Viale Trastevere spiegano che altri dispositivi digitali, quali pc e tablet, potranno essere utilizzati per fini didattici, sotto la guida dei docenti.

Infatti il Ministero dell’Istruzione sottolinea che il ricorso alla didattica digitale e la sua valorizzazione restano fermi, così come l’impegno a rendere edotti gli studenti sul corretto ed equilibrato uso delle nuove tecnologie, dei telefoni cellulari e dei social e sui relativi rischi.

CIRCOLARE

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