Stop alle chat sui social con studenti e genitori, gli insegnanti approvano: “Basta con i messaggi a tutte le ore del giorno, anche sabato e domenica”

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Ha subito scatenato un grandissimo dibattito sui social la notizia riportata da Orizzonte Scuola riguardante il vademecum dei presidi romani sulle comunicazioni tramite social di docenti e presidi con studenti e genitori. Un pugno di ferro che, a quanto pare, raccoglie l’approvazione dei moltissimi insegnanti, come testimoniano gli innumerevoli commenti sui nostri canali.

Abbiamo concesso molto durante la pandemia, ora sarebbe il caso di tornare alle sole comunicazioni ufficiali“, dice una lettrice su Facebook, che viene spalleggiata da tantissimi altri colleghi: “Se gli studenti hanno necessità urgenti, possono contattare i docenti tramite la piattaforma ufficiale usata dalla scuola, nella quale siamo presenti tutti. Accade di rado e giusto da parte dei più scrupolosi per chiedere chiarimenti su un argomento o comunicare l’impossibilità di svolgere un compito“; “Anche perché non si limitano ai giorni di lezione, ma spesso pure dopo le 19,30, come pure il sabato e, perché no, anche la domenica e a tutte le ore del giorno“.

Qualcuno però mette in luce alcuni aspetti: “Dimentichiamo i bambini con particolari esigenze. Whatsapp in questi casi è molto utile per restare in contatto e comunicare. Non tutti dispongono di un pc o tablet e soprattutto una connessione stabile. A volte si danno x scontate troppe cose e un insegnante per aiutare l’alunno in difficoltà le studia tutte, compreso l’invio di compiti e materiali su whatsapp (esperienza personale)“;

Concetto ripreso da qualcun altro, che però ha le idee chiare: “Non c’è nulla da mettere in discussione. Esistono canali ufficiali e formali sia nella comunicazione con gli allievi, sia per i colloqui con i genitori. Ed è bene rispettarli. Le uniche eccezioni sono per gli insegnanti di sostegno perché le urgenze e le comunicazioni richiedono maggiori tempestività ed elasticità“.

Pertanto, per molti “sarebbe ora di tornare ad essere più professionali e dare un taglio a questa pratica amichevole che coinvolge non solo docenti, alunni e famiglie ma anche dirigenti e ata, e non solo su watsapp, ahinoi!

C’è qualcuno che la pensa diversamente: “Spesso un messaggio whatsapp può trasmettere molto più che la lezioncina biascicata ben abbarbicati alla cattedra. Quasi tutti coloro che esultano per un provvedimento fondamentalmente oscurantista e direi pure becero, dovrebbero cambiare lavoro e trasferirsi dietro o un terminale o a mettere tembri in qualche ufficio squallido quanto il loro modo di pensare“, scrive un lettore.

Tuttavia, il tono e l’indirizzo di tali commenti è che il vademecum dei dirigenti scolastici di Roma dovrebbe diventare una guida a livello nazionale.

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A Roma stop alle chat tra docenti e alunni. Niente messaggi anche con i genitori, con alcune eccezioni. Il vademecum dei presidi

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