Stop ai figli con due mamme. Polemica a Padova. Crocini: “I figli sono di chi li cresce e li ama. Per lo Stato l’amore non basta, assurdo”

Alessia Crocini, presidente dell’associazione Famiglie Arcobaleno, tramite La Stampa, ha lanciato un appello emotivo sulla situazione delle famiglie arcobaleno in Italia, sottolineando le difficoltà legali e burocratiche che queste famiglie stanno affrontando.
“Immaginate di ricevere un documento giudiziario che cerca di negare la vostra genitorialità, nonostante non abbiate commesso alcun errore”, ha esordito Crocini. Questa è la realtà di molte famiglie a Padova, che dopo aver ottenuto il riconoscimento ufficiale della loro condizione di genitori dei loro figli, ora rischiano di veder cancellata questa identità.
Crocini sottolinea che l’essere genitori non si limita a un legame genetico o a un pezzo di carta. In effetti, in una famiglia arcobaleno, questo viene compreso più che in qualsiasi altro contesto. Ma la tutela legale e burocratica è cruciale. “L’amore di un genitore per i propri figli non è sufficiente per proteggerli e tutelarli,” sostiene. “La vita è fatta anche di firme, autorizzazioni, documenti, responsabilità e burocrazia.”
La situazione attuale vede 33 bambini a rischio di perdere il riconoscimento legale di una delle loro madri, con il rischio di spezzare i legami tra fratelli e di cancellare una parte della loro identità. Crocini denuncia questa situazione come un attacco ideologico, più concentrato sulla punizione dei genitori piuttosto che sulla protezione dei bambini.
Crocini critica coloro che suggeriscono che la stepchild adoption possa risolvere tutti i problemi, descrivendola come un percorso kafkiano. Chiede, inoltre, che si ponga fine agli sforzi per cristallizzare la famiglia in un ideale astratto, lontano dalla realtà. “I modi di essere famiglia sono sempre stati tanti e diversi tra loro”, afferma.
Ricorda un’esperienza personale quando il suo figlio di 2 anni si ammalò gravemente. Non potendo firmare i consensi per le sue cure né ricevere informazioni sulla sua salute, un’esperienza che evidenzia l’urgenza della sua lotta. “I figli sono di chi li cresce e li ama”, conclude, chiedendo quando lo Stato riconoscerà finalmente questo fatto.