Stop ai cellulari in classe, Novara: “Una misura puramente pubblicitaria-declamatoria. Touchscreen rischia di compromettere l’abilità nello scrivere”

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La circolare del Ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, che vieta l’uso dei cellulari a scuola fino alla secondaria di primo grado, ha suscitato un acceso dibattito sulla loro influenza negativa sulla salute e sull’apprendimento degli studenti.

Tuttavia, secondo alcuni esperti, questa misura potrebbe essere insufficiente a contrastare la dipendenza tecnologica, soprattutto tra gli adolescenti.

A La Repubblica, Daniele Novara, pedagogista, ha espresso la sua critica alla circolare, definendola “una misura puramente pubblicitaria-declamatoria” che non affronta il problema alla radice. Novara sostiene che gli adolescenti sono quelli che più di tutti hanno bisogno di essere protetti dalla dipendenza tecnologica, poiché gli studi internazionali hanno dimostrato che l’uso massiccio delle tecnologie, come i videogiochi, può avere effetti sul cervello simili a quelli dell’alcol e delle droghe.

Il pedagogista ritiene che i divieti e le raccomandazioni del ministro siano solo un “inversione di tendenza ancora inconsistente” che non cambia il quadro di riferimento, che resta critico. Novara sottolinea che i risultati delle ricerche sono inequivocabili: l’uso eccessivo delle tecnologie può danneggiare il cervello.

Inoltre, Novara sostiene che l’uso dei cellulari e delle tecnologie touchscreen può compromettere l’abilità nello scrivere, poiché i processi di letto-scrittura sono processi motori che attengono all’uso delle mani. L’utilizzo di queste tecnologie, quindi, dovrebbe essere limitato anche a casa, almeno fino a una certa età. Il pedagogista cita l’esempio dei casi di disgrafia di bambini che fanno fatica con il corsivo, a causa dell’utilizzo eccessivo delle tecnologie.

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