Stop ai cellulari ai minori, in Sicilia la Lega presenta ddl per vietare i social ai giovani under 16: “Limitarne l’uso sotto la stretta sorveglianza dei genitori”
Il dibattito sul divieto di smartphone e social network ai minori infiamma l’opinione pubblica e Vincenzo Figuccia, deputato questore della Lega all’Ars, l’assemblea regionale siciliana, interviene non solo come politico, ma anche come sociologo e genitore, offrendo una prospettiva articolata e propositiva.
Le preoccupazioni dei genitori riguardo all’uso indiscriminato di smartphone e social network da parte dei più giovani sono comprensibili e supportate da numerosi studi. Obesità, disturbi del sonno, difficoltà di apprendimento, irritabilità, isolamento, impulsività e dipendenza patologica sono solo alcune delle gravi conseguenze che l’utilizzo precoce e prolungato di questi dispositivi può comportare.
Figuccia, pur riconoscendo l’utilità degli smartphone come strumenti di apprendimento e comunicazione, sottolinea l’importanza di un uso responsabile e consapevole, soprattutto da parte dei minori. “Non mi sento di esprimere un divieto assoluto”, afferma, “ma di regolamentarne e limitarne l’uso sotto la stretta sorveglianza dei genitori”.
A tal proposito, Figuccia ha presentato un disegno di legge che invita il Parlamento a legiferare in materia, limitando l’uso dei dispositivi elettronici per i minori di 14 anni e vietando l’apertura di profili social ai minori di 16 anni.
La proposta di Figuccia non si limita al divieto, ma punta sulla formazione e sulla responsabilità. “Bisogna scegliere la strada dello ‘stare con quello che c’è'”, sostiene, “affrontando l’impresa di educare all’uso di questi strumenti attraverso percorsi consapevoli e responsabilizzati che comincino a scuola”.
“Patti digitali” e “patenti” digitali, esperienze di avvicinamento graduale alle tecnologie legate a ore di formazione, sono solo alcuni esempi di come sia possibile integrare questi strumenti nella vita dei più giovani senza esporli a rischi inutili.
“Il principio”, conclude Figuccia, “non è vietare, ma vincolare l’uso del cellulare e l’accesso ai social a percorsi di formazione, garantendo un utilizzo consapevole e responsabile”.