Stop agli smartphone a scuola: riduce la distrazione e migliora il rendimento degli studenti. Lo chiede l’Unesco

Smartphone a scuola, si o no? L’annoso dibattito accende sempre polemiche a non finire. Adesso è l’Unesco a prendere una posizione chiara sul tema, lanciando un appello che chiede di vietare l’uso dei cellulari a scuola.
“Le connessioni online non possono sostituire l’interazione umana – ha detto Audrey Azoulay, direttrice generale dell’Unesco, al Guardian, in base a quanto riporta il sito Wired -. La rivoluzione digitale ha un potenziale incommensurabile, ma così come sta venendo regolata nella società è necessario regolarla anche nell’educazione. Il suo uso deve essere finalizzato a migliorare le esperienze di approfondimento e favorire il benessere di studenti e insegnanti, non a loro discapito”.
Secondo l’ultimo rapporto Unesco, abolire l’utilizzo degli smartphone a scuola può contribuire a migliorare l’apprendimento, ridurre la distrazione in classe e proteggere studenti e studentesse dal cyberbullismo.
Il rapporto Unesco è nato a seguito dell’analisi di 200 sistemi educativi di tutto il mondo. Lo studio dimostrerebbe come l’uso eccessivo degli smartphone sia direttamente collegato ad una una riduzione del rendimento scolastico, di squilibri emotivi nei minori e di un generale impatto negativo sull’apprendimento.
Contemporaneamente, chi sostiene l’uso del digitale a scuola, non terrebbe conto del fatto che le tecnologie digitali per la scuola sono state realizzate grazie ai finanziamenti di aziende educative private che cercano, in questo modo, di fare pubblicità e trarre dunque profitto.
Senza contare, secondo la ricerca Unesco, che le piattaforme educative digitali contribuiscono ad aumentare le disuguaglianze sociali e il gap educativo, visto che miliardi di persone nei paesi a basso reddito sono escluse da questi servizi, e sono anche ecologicamente impattanti.
Ecco perchè si chiede ai governi di limitare l’uso delle tecnologie digitali a scuola. Senza contare anche gli effetti che l’uso massiccio può creare, ovvero il cyberbullismo e l’odio online.
L’Unesco invita dunque tutti i Paesi a seguire gli esempi della Francia, che dal 2018 ha vietato l’uso degli smartphone in classe, e dei Paesi Bassi, che lo vieteranno dal 2024, ma anche della Cina, che ha limitato l’uso di strumenti digitali a scuola per un massimo del 30% di tempo di insegnamento oltre ad imporre pause regolari dallo schermo ai più giovani.
Ma l’obiettivo dell’Unesco non è combattere la tecnologia a scuola, anzi:
Con questo suo appello, l’Unesco non vuole vietare la tecnologia nell’educazione. Al contrario, il Global education monitor report 2023 ha sottolineato il ruolo fondamentale della tecnologia nel garantire una continuità educativa in condizioni di emergenza, come nel caso della pandemia da Covid-19.
Piuttosto, secondo l’Unesco bisogna regolarlo, per garantire salute ai giovani ed evitare speculazioni sui sistemi educativi.