Stipendio docenti e ATA, necessari 10 miliardi per allinearlo al costo della vita. Anief: “Usiamo il modello di contrattazione dei metalmeccanici, chiedono 280 euro”
La questione delle retribuzioni nel settore scolastico italiano diventa evidente non solo confrontando gli stipendi con quelli all’estero, ma anche paragonandoli ai salari di altre categorie professionali all’interno del paese. L’ANIEF ha effettuato un confronto con i salari dei lavoratori metalmeccanici italiani. Tra il 2021 e il 2024, i metalmeccanici hanno visto un incremento salariale medio lordo di 310,9 euro, distribuito in quattro tranche: 25 euro, 25 euro, 123,4 euro e 137,5 euro. Questo aumento complessivo del 16% si avvicina all’incremento del 18% ottenuto dai bancari Abi, come riportato dalla stampa economica nazionale.
Le recenti negoziazioni salariali dei metalmeccanici sono state fortemente influenzate dall’aumento dell’inflazione. Le parti coinvolte hanno sottolineato come i picchi inflazionistici degli ultimi anni abbiano guidato la necessità di aumenti retributivi significativi. Oltre agli aumenti già concordati, i lavoratori metalmeccanici riceveranno anche un conguaglio per compensare la vacanza contrattuale.
Per evitare ulteriori ritardi, imprese e sindacati hanno già avviato le trattative per il rinnovo 2024-2027, con una richiesta sindacale di un aumento di 280 euro. Nei prossimi incontri, le parti discuteranno inizialmente gli aspetti economici per poi passare a quelli normativi.
Anief ha suggerito che il modello delle trattative salariali dei metalmeccanici dovrebbe essere utilizzato per convincere il Governo a destinare maggiori risorse alla scuola. Negli ultimi quindici anni, l’inflazione ha quasi raggiunto il 16%, ma i fondi stanziati per il rinnovo dei contratti della Pubblica Amministrazione per il periodo 2022/2024 ammontano solo a 5 miliardi di euro, considerati insufficienti per recuperare anche solo l’indennità di vacanza contrattuale.
Uno dei problemi principali che affligge i salari dei docenti e del personale Ata è il lungo periodo di congelamento salariale tra il 2008 e il 2018, durante il quale l’inflazione è cresciuta del 14%.
A questa situazione si è aggiunta l’inflazione record del 16% registrata nel periodo 2022/2024. Gli aumenti salariali successivi, a partire dal 2019/2021, non sono riusciti a compensare adeguatamente questi incrementi inflazionistici, lasciando il settore educativo significativamente indietro.
Attualmente, per allineare gli stipendi al costo della vita, sarebbero necessari ulteriori 10 miliardi di euro, una misura già adottata in altri settori privati.