Stipendio docenti e ATA: da luglio fino a 100 euro in più, ma non è un vero e proprio aumento
In seguito al taglio del cuneo fiscale 2020, è previsto un aumento netto di 100 euro, suddiviso per fasce di reddito, nel cedolino NoiPa di luglio. Vediamo chi ne usufruisce.
Cuneo fiscale e Irpef: cosa sono
Nelle scienze economiche per cuneo fiscale si intende l’insieme delle imposte (dirette, indirette, contributi previdenziali) che pesano sul costo del lavoro, sia per quanto riguarda i datori di lavoro, sia per quanto riguarda i dipendenti e i liberi professionisti.
Tutto il personale scolastico, nel caso specifico i docenti ed il personale ATA, mensilmente versano in automatico tali somme le quali vengono utilizzate dallo Stato per finanziare le spese pubbliche; nel linguaggio comune vengono denominate “tasse”; in realtà il termine esatto è “imposte”.
Quanto appena descritto è visibile sul cedolino nella prima pagina a sinistra alla voce “ritenute” e più nel dettaglio nel secondo foglio, dove viene delineata l’IRPEF; quest’ultima è l’imposta sul reddito delle persone fisiche.
La particolarità che caratterizza tale imposta è la progressività: più è alto il reddito del dipendente, più sarà alto il contributo da versare.
All’interno del concetto di cuneo fiscale troviamo inoltre le ritenute previdenziali, anch’esse specificate nel cedolino mensile, che permettono al dipendente statale di assicurarsi, una volta concluso il rapporto di lavoro, la pensione.
Quindi, ricapitolando, dal totale dovuto lordo, lo Stato trattiene le ritenute previdenziali, fiscali e altre, ad esempio quella relativa all’iscrizione ad una associazione sindacale. Da tale calcolo consegue il risultato che più interessa i dipendenti pubblici: lo stipendio netto.
Il cuneo fiscale rappresenta la differenza tra lo stipendio lordo e la busta paga netta incassata dai dipendenti. Quindi nel momento in cui si parla di “taglio del cuneo fiscale”, si verifica un aumento nella busta paga dei lavoratori.
Cambia il bonus Renzi, chi ne usufruisce
In base a quanto annunciato dalla manovra di bilancio 2020 è stato stabilito un nuovo bonus busta paga da luglio 2020 che sostituirà il più conosciuto “Bonus di 80 euro Renzi”.
Le principali novità riguardano il personale scolastico, docenti e ATA, che avranno un aumento delle retribuzioni, a seconda del reddito percepito di appartenenza.
Per tutti coloro che hanno un reddito annuo pari o inferiore a 28 mila euro è previsto un aumento di 100 euro netti mensili.
Attenzione: in realtà è un aumento di 20 euro che si aggiungono agli 80 euro di Renzi.
Quindi se un insegnante della scuola primaria, ad esempio, beneficiato del bonus dell’ex presidente del consiglio, guadagnava – precedentemente al mese di luglio 2020 – uno stipendio netto di 1370 euro, vedrà la sua retribuzione giungere a 1390 euro (NON 1470 euro).
Per tutti coloro che hanno un reddito dai 28 mila ai 40 mila euro è previsto un aumento netto che varia dagli 80 ai 97 euro mensili netti; con la stessa condizione di non usufruire già del precedente bonus Irpef renziano.
A differenza dei colleghi con reddito fino a 28 mila euro che percepiranno il bonus fiscale sotto forma di credito Irpef in busta paga, gli altri, quelli da 28 a 40 mila euro, vedranno erogarsi il bonus sotto forma di detrazione fiscale.
In caso di bonus o detrazione non spettanti e già erogati, il sostituto di imposta provvederà al recupero del credito tramite 8 rate mensili.
Gli aumenti, quelli veri
Siamo in attesa di rinnovo del contratto collettivo nazionale del lavoro, comparto scuola (CCNL) 2016-2018, il cui intento è quello di “effettuare una valorizzazione dello status giuridico ed economico dei docenti per affrontare nuove sfide professionali e sociali” (Ministro L. Azzolina)