Stipendio di aprile, in arrivo per oltre un milione di insegnanti e personale Ata la seconda indennità di vacanza contrattuale e 333 euro di arretrati: per Anief ben vengano ma servono risorse strutturali, pronti i ricorsi

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Lo stipendio di aprile un milione e 250mila insegnanti e personale Ata della scuola pubblica dovrebbe contenere lievi incrementi: uno per la seconda indennità di vacanza contrattuale, pari al 0,5%, prevista per legge in attesa del rinnovo del Ccnl 2022-25; il secondo aumento deriverebbe da una cifra forfettaria di arretrati, in media 333 euro, legati al taglio del cuneo fiscale e assegnati a tutto il personale della pubblica amministrazione.

Il sindacato Anief anticipa i particolari. Nel primo caso, si tratta della nuova indennità di vacanza contrattuale, pari a +0,50% su lordo mensile, relativa al ritardo della sottoscrizione del CCNL 2025-2027 (+1% dal luglio rispetto a tasso inflazione programmata 1,8%) che si aggiunge a +3,35% per 2024 e 2025 e a +0,50% per mancata firma del CCNL 2022-2024. “Si tratta di incrementi molto al di sotto di quelli che lo Stato dovrebbe assegnare per legge – ha detto ieri Marcello Pacifico presidente nazionale Anief, partecipando all’assemblea sindacale del Piemonte – e per aver quelli che spettano di diritto, per il recupero di una somma proporzionale all’inflazione certificata dal MEF per il triennio passato (+14,5%), è però necessario inviare la diffida: sempre in attesa del rinnovo del contratto, la diffida interromperebbe la prescrizione relativa al recupero del 3,4% a regime mensile e di più di 4 mila euro di arretrati, in vista del possibile ricorso al giudice. A questo scopo e per avere maggiori informazioni – conclude Pacifico – abbiamo predisposto una pagina internet apposita”.

A questo aumento, sul quale non sembrano esservi dubbi, si dovrebbe aggiungere quello previsto dal Governo per alleggerire il carico fiscale sui lavoratori: il problema, scrive la stampa economica, è che “la sua attuazione ha subito ritardi, causando un aggravio temporaneo sulle retribuzioni”. Tempistica a parte, “il pagamento da parte di NoiPA interesserebbe tutti i dipendenti di tutti i comparti, Scuola inclusa. Con importi variabili in base alle varie fasce di reddito”.

“Ben vengano – commenta ancora Pacifico – le riduzioni di applicazione del fisco sugli stipendi dei dipendenti pubblici, in particolare su quelli della scuola che percepiscono cifre inferiori di 6mila euro annui rispetto agli altri ministeriali, come quelli delle Funzioni centrali dello Stato. Servono però risorse strutturali per abbattere quel gap intollerabile che i lavoratori della scuola continuano a pagare a seguito degli accordi scellerati fatti fino a qualche anno fa tra la parte pubblica e gli altri sindacati. E pensare che prima della stipula del disastroso contratto del 2018, che ha affossato i dipendenti del comparto scuola, erano gli altri ministeriali a guadagnare 1.000 euro in meno. Speriamo, a questo punto, che vengano approvati almeno alcuni degli emendamenti al decreto legge PA 25/2025, che porterebbero un po’ di giustizia e diverse indennità ad insegnanti e personale amministrativo, tecnico e ausiliario”, conclude il presidente Anief.

NUOVE RSU CON IL VOTO DI APRILE

Per raggiungere questi e altri obiettivi, non solo sugli stipendi, il giovane sindacato ha bisogno di sempre più forza ai tavoli delle trattative: per questo motivo, Anief invia un appello a tutti i lavoratori della scuola perché votino Anief in occasione del rinnovo delle Rsu in programma il 14,15 e 16 aprile prossimi.

LE PIATTAFORME

In vista del rinnovo delle Rsu dei comparti Istruzione e Ricerca, Anief ha predisposto una nuova piattaforma politico sindacale contenente gli obiettivi da raggiungere attraverso la contrattazione con la parte pubblica. L’azione del giovane sindacato si svilupperà per raggiungere la parità di trattamento giuridica ed economica tra personale precario e di ruolo, l’allineamento degli stipendi all’inflazione e alla media europea, l’introduzione di una indennità di sede, di incarico a tempo determinato, di burnout, di continuità su posti di sostegno.

Il sindacato autonomo insisterà anche per l’eliminazione dei vincoli alla mobilità e assegnazioni provvisorie, trasferimenti sul 100% dei posti, il riscatto gratuito degli anni di formazione universitaria e finestra in uscita a 63 per la pensione di vecchiaia, la revisione dei gradoni di anzianità (con aumenti ogni 4 anni) e armonizzazione tra gradi e ordini differenti. Inoltre, l’organizzazione sindacale autonoma punterà all’aumento della retribuzione del lavoro straordinario, all’allineamento dei livelli professionali del personale ATA e riconoscimento ad EQ della dirigenza amministrativa con RIA, alla valorizzazione del middle management e delle figure di sistema, allo stanziamento di risorse aggiuntive per l’istruzione, abolizione trattenuta TFR e adesione volontaria al fondo Espero.

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