Stipendi sotto l’inflazione e 2 insegnanti su 3 oltre i 50 anni, lo dice l’Ocse: per Anief è tempo di cambiare

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Le lamentele dei lavoratori e del sindacato sugli stipendi inadeguati e dell’uscita tardiva dei lavoratori della scuola sono più che motivate: lo dice oggi l’Ocse, attraverso il rapporto ‘Uno sguardo sull’istruzione’ 2023, presentato al ministero dell’Istruzione.

Lo studio ha evidenziato come tra il 2015 e il 2022 gli stipendi degli insegnanti della scuola secondaria superiore a indirizzo liceale (in possesso della qualifica più diffusa e con 15 anni di esperienza) siano diminuiti in termini reali di circa la metà di tutti i Paesi dell’Ocse con dati disponibili. Sempre nello stesso periodo, in Italia gli stipendi degli insegnanti della scuola secondaria superiore sono diminuiti del 4 %. Dall’indagine Ocse risulta anche che “in Italia il 61 % degli insegnanti dei percorsi di istruzione secondaria superiore a indirizzo liceale ha un’età pari o superiore a 50 anni, rispetto alla media dell’Ocse del 39 %”.

“La percentuale di inflazione sugli stipendi dei docenti sarebbe stata il doppio se non avessimo sottoscritto il contratto 2019-21, che ha recuperato oltre il 4% – ricorda Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief – ma rimane comunque sottostimata, perché non tiene conto dell’innalzamento del costo della vita degli ultimi dieci mesi, purtroppo molto considerevole. Per questo motivo diventa necessario che il nostro Paese, dove in media gli stipendi dei docenti sono più bassi tra il 30% e il 50%, di pagare innanzitutto l’indennità di vacanza contrattuale, con aumenti medi immediati di 100 euro al mese a lavoratore, in attesa del rinnovo del CCNL 2022-24: per raggiungere questo occorrono 6-7 miliardi subito, con la Legge di bilancio 2024, e poi altri 10 miliardi per poter rinnovare i contratti il prossimo anno. In attesa di capire se ciò avvenga, invitiamo i lavoratori di inviare un modello per sbloccare l’indennità di vacanza contrattuale, anche per ottenere quasi 2.000 euro di arretrati poiché la quota si doveva assegnare in modo automatico già da oltre un anno e mezzo”.

“È evidente anche che l’età media del personale insegnante in Italia – continua Pacifico – sta raggiungendo livelli assurdi, con quasi due docenti su tre oltre i 50 anni di età, per cui occorre assolutamente validare gratuitamente a livello di carriera gli anni di studio universitari, introdurre un finestra che preveda l’anticipo pensionistico per tutto il personale della scuola che fa registrare tassi di burnout decisamente alti e molto oltre la media”, conclude il presidente Anief.

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