Stipendi, Serafini (Snals-Confsal): “Eliminare le differenze tra docenti di primaria e superiori. Riconoscere lavoro e responsabilità del personale ATA”
“Da giorni registriamo interventi pubblici del nostro Ministro dell’Istruzione e del Merito che vanno nella direzione di una apprezzabile politica di valorizzazione del personale della scuola. Alcuni, di livello istituzionale, che abbiamo seguito con estrema attenzione ed interesse. Altri, espressi in occasione di eventi pubblici, sui quali faremo le nostre osservazioni allorché saremo chiamati ad esprimerci su eventuali provvedimenti che li tradurranno in indicazioni con reale valore normativo”: così in una nota Elvira Serafini segretario generale dello Snals Confsal.
“A tali prese di posizione del Ministro, assunte in sedi istituzionali, seguono interventi pubblici che rischiano di semplificare questioni complesse come quelle della dispersione scolastica, della disciplina degli alunni e della dignità culturale, economica e sociale del personale docente. Non possiamo ad esempio condividere l’idea che la sola leva sanzionatoria possa realmente incidere sui tassi di abbandono scolastico o sui livelli di indisciplina degli studenti. Così come non possiamo accettare discorsi che addebitano alle gestioni passate i bassi livelli retributivi del personale. Anche se così fosse non sarebbe per noi accettabile che perdurino politiche retributive condizionate dalla mancanza di specifiche risorse aggiuntive per il personale della scuola” aggiunge.
“Il rilancio della scuola – evidenzia – passa inevitabilmente attraverso una reale politica di investimenti per restituire dignità e valore ai docenti e al personale ATA. Gli aumenti contrattuali ricevuti e quelli programmati per il prossimo CCNL non coprono nemmeno un terzo della perdita cumulata del potere di acquisto degli stipendi. Le politiche rivolte al taglio del cuneo fiscale e dei contributi, pur condivisibile, avvantaggia tutti i lavoratori e non colma il divario retributivo, pari a circa il 20%, tra il personale della scuola e quello del restante pubblico impiego. Per lo Snals Confsal risulta prioritario garantire il reale potere di acquisto dei salari attraverso significativi stanziamenti nella prossima legge di bilancio. Ciò che ci preme in maniera particolare è garantire a tutti i lavoratori della scuola condizioni di vita dignitose dal punto di vista economico e professionale”.
“Altro importante obiettivo che intendiamo perseguire è l’avvio di una politica retributiva che diminuisca le differenze retributive tra lo stesso personale docente e riconosca in maniera adeguata il lavoro e le nuove responsabilità del personale ATA. La scuola deve tornare a svolgere il suo compito educativo. Non bisogna cadere nell’errore di un falso ammodernamento dell’istruzione in funzione della sua utilità per le aziende. La scuola educa e fornisce gli strumenti critici di comprensione del reale. Le aziende formano i lavoratori sulle tecnologie di cui dispongono e che mutano con tempi velocissimi per rincorrere i quali la scuola perderebbe la sua principale missione, l’istruzione e l’educazione di nostri giovani”.
“I grandi obiettivi posti dal PNRR ed in particolare dalla Misura 4 per la riduzione dei divari territoriali e delle povertà educative coinvolgono infatti direttamente i docenti ed il personale della scuola. Per essere all’altezza delle sfide poste dalle emergenze sociali e educative attuali occorre una volontà particolare. Questa volontà vede costantemente i docenti e il personale ATA rimettersi in gioco, adattarsi, imparare ad utilizzare strumenti differenti, contribuendo in maniera sostanziale a ridurre i divari sociali e territoriali ed i connessi rischi di dispersione scolastica. I grandi obiettivi posti dal PNRR per la scuola comportano un lavoro nascosto, difficile e non riconosciuto da parte dei docenti e del personale della scuola. Assurdo per noi esigere una particolare e straordinaria volontà da parte dei lavoratori della scuola senza riconoscere loro nemmeno l’equiparazione ai loro colleghi del pubblico impiego”.
“Il sistema scolastico del nostro paese – conclude – vive da anni uno stato di profondo malessere, a cui bisogna dare risposte concrete, frutto di una profonda riflessione, che coinvolga gli addetti ai lavori e non sia dettata esclusivamente dalla linea politica di chi si trova al governo. Proprio questa considerazione deve spingere a guardare con attenzione e non con superficialità ogni aspetto di questa complessa macchina, i cui ingranaggi stanno cedendo e le cui fondamenta manifestano profonde crepe”.