Stipendi PA: nel 2022-2024 aumentano del 6,2%, +160 euro al mese. Naddeo (Aran): “Impegno per condizione eque e competitive nei prossimi rinnovi”
Il rapporto semestrale dell’Aran, l’Agenzia per la rappresentanza negoziale delle pubbliche amministrazioni, pubblicato oggi, evidenzia un aumento globale delle retribuzioni per il triennio 2022-2024, con una dotazione finanziaria di circa 10 miliardi di euro.
Aumenti superiori all’inflazione
“È interessante notare come, nonostante il contesto inflazionistico, gli aumenti salariali abbiano superato i tassi di inflazione nelle ultime due tornate, con un andamento opposto nel periodo 2022-2024“, segnala l’Aran. In particolare, il rapporto evidenzia un aumento medio delle retribuzioni vicino al 6%, con un ulteriore incremento portato a 6,2%, grazie a risorse aggiuntive per specifici settori. Il confronto con le tornate contrattuali precedenti evidenzia che rispetto agli incrementi del 3,5% nel 2016-2018 e del 4% nel 2019-2021, il triennio 2022-2024 mostra un miglioramento significativo, con un beneficio medio di circa 160 euro al mese a regime.
Effetto del decreto anticipi
Il rapporto sottolinea inoltre l’effetto del “decreto anticipi” (D.L. n. 145/2023), che ha portato a un aumento congiunturale del 16,6% delle retribuzioni nel pubblico impiego nel dicembre 2023.
Le parole di Naddeo
“Le risorse stanziate, 10 miliardi di euro, per i rinnovi non solo riconoscono il valore cruciale del lavoro svolto dal pubblico impiego, ma rappresentano anche un segno di fiducia e l’investimento fondamentale dello Stato nel futuro della Pubblica amministrazione”, ha affermato il presidente dell’Aran, Antonio Naddeo. “Con la nuova tornata contrattuale, Aran e organizzazioni sindacali dimostrano concretamente il loro impegno costante per assicurare condizioni lavorative eque e competitive. Rilanciare il lavoro pubblico è l’obiettivo di tutti”.
Nuova tornata contrattuale già avviata
Naddeo ha inoltre sottolineato con orgoglio che i lavori per la nuova tornata contrattuale sono già avviati, con la trasmissione della “direttiva madre” all’Aran da parte del ministro della Pubblica amministrazione, Paolo Zangrillo, e la firma dell’accordo sulla definizione dei comparti e delle aree. “Dare continuità alla contrattazione è un fondamentale segnale di riconoscimento per i tre milioni di dipendenti pubblici impegnati a fornire servizi ai cittadini e alle imprese”, ha concluso.