Stipendi, inflazione all’8%, per l’Istat mai così alta da 36 anni: Anief chiede di accelerare sul rinnovo del contratto della scuola, docenti e Ata figurano tra i più impoveriti

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Il caro-energia derivante dalla guerra in Ucraina e la scarsità di alcune derrate hanno alimentato la corsa dell’inflazione: l’Istat ha oggi rilevato, attraverso le statistiche preliminari, che il costo della vita “a giugno accelera di nuovo salendo a un livello (8%) che non si registrava da gennaio 1986, quando fu pari a 8,2%”, con un aumento di ben l’1,2% su base mensile.

Ancora più alta figura la crescita dei prezzi del cosiddetto “carrello della spesa”, che ha fatto registrare un +8,3%. A livello di Eurozona va ancora peggio: il costo della vita si attesterebbe addirittura all’8,6%, con un +0,7% rispetto a maggio. Le stime giungono all’indomani degli interventi del governo per frenare il caro-bollette.

I dati statistici sul caro vita spingono l’Anief a ritenere sempre più importante chiudere entro l’estate il Ccnl 2019/2021, attraverso la sottoscrizione di un “contratto ponte”, con l’impegno di riaprire il confronto sul contratto successivo, il 2022/2024, con risorse ulteriori e attualizzarne la sezione normativa.

“Dobbiamo andare incontro alle esigenze dei lavoratori della scuola – dice Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief -, che attendono da tre anni e mezzo l’aumento stipendiale, con l’ultimo rinnovo che portò loro il 3,48% di aumento dopo un decennio di blocco. Adesso la percentuale di incremento è maggiore e sono passati meno di quattro anni: ancora di più perché parliamo di un contratto ormai scaduto e di prestazioni lavorative già svolte. Aggiungere allo stipendio 100 euro medi lordi e quasi 3mila euro di arretrati riteniamo che sia l’obiettivo principe da centrare”.

 

“Il Governo – continua il sindacalista autonomo – non può rimanere indifferente di fronte all’impoverimento dei dipendenti pubblici, ancora di più di docenti e Ata, che a fine mese prendono meno di tutti nella pubblica amministrazione, per non parlare del confronto con gli altri paesi dell’Unione europea. Una volta dato loro un po’ di ‘ossigeno’ per arrivare a fine mese, certamente sindacati e parte pubblica potranno concentrarsi sui compensi ulteriori e le indennità, come quella sul rischio e sulle sedi disagiate, da introdurre nel contratto attuale. Come pure sulle modifiche da apportare alla parte normativa del nuovo Ccnl rispetto alle quali abbiamo presentato una dettagliata piattaforma. A partire dall’innovazione dei profili e livelli professionali. Questa secondo noi è la migliore strada percorribile: non chiudere in fretta il contratto precedente – conclude Pacifico – farebbe ancora più affondare e sfiduciare i lavoratori della scuola”.

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