Stipendi fermi, Anief chiede di essere convocata: in 14 anni l’inflazione è salita di 20 punti, mentre gli aumenti saranno del 7,5%

Nessuna convocazione e ancora rinvii per il rinnovo del contratto del pubblico impiego scaduto da oltre tre anni.
Attraverso il suo presidente Marcello Pacifico, Anief ribadisce la volontà di portare avanti delle richieste semplici ma efficaci: “La prima è quella di allineare gli stipendi all’inflazione, perché nell’ultimo periodo i prezzi al consumo sono cresciuti, così come di 20 punti negli ultimi 14 anni il costo della vita”.
“Con le attuali risorse” messe sul piatto dal Governo, ha detto Pacifico ad Italia Stampa, “si arriverebbe aumentare gli stipendi di 7,5 punti percentuali. Questo vuol dire che no verrebbe recuperata neanche quella indennità di vacanza contrattuale che per legge viene assegnata durante il blocco stipendiale” e che dal mese di aprile porterà un aumento che va dai 3 ai 10 euro. Quindi – ha concluso Pacifico – a questo punto noi chiediamo che venga onorato l’impegno preso a maggio” a Palazzo Chigi dallo stesso ministro dell’Istruzione, “con risorse aggiuntive” da dare alla scuola e al suo personale, “perché non si può lavorare e diventare sempre più poveri”.
Anief ricorda che l’applicazione della riforma fiscale, introdotta con la legge di bilancio 2022 e dell’assegno unico e universale per i figli, ha inciso negativamente sulla busta paga di marzo, producendo addirittura compensi netti più bassi. Per questo occorrono nuove risorse, oltre il 4,02% già previsto per il triennio 2018/2021, ma anche il recupero del 2013 inopinatamente sottratto con il consenso degli altri sindacati in cambio di immissioni in ruolo che andavano comunque attuate, come pure il riscatto del titolo di laurea che deve essere gratuito e il risarcimento di 25mila euro di arretrati anziché i quasi 3mila che in media dovrebbero arrivare con il rinnovo di contratto.