Stipendi europei solo agli insegnanti bravi, “gli altri non vale la pena premiarli e in certi casi è meglio perderli”

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Affermazione dura, quella presente sul quotidiano d’opinione “La Ragione” a firma Gaia Cenol, partendo dalla proposta di questi giorni di Enrico Letta che ha promesso in caso di vittoria stipendi europei per i docenti.

Una spesa che, ricordiamo, si aggirerebbe tra i 6 e gli 8 miliardi di euro da stanziare nell’arco dei cinque anni durante la prossima legislatura.

Il titolo del pezzo recita “A scuola di stipendi” e parte proprio dalla proposta della “media europea” degli stipendi che secondo l’autrice non avrebbe senso. Perché?

La critica parte dal sistema di reclutamento e dalla necessità di immettere in ruolo docenti selezionati che punti a fornire a studenti e famiglie una scuola “formativa e meritocratica“, a partire dalle cattedre.

La parola chiave, quindi, secondo l’opinionista è “meritocrazia”. Ma come misurarla?

Sui risultati, confrontando quelli di ciascuna materia e per ciascun studente” prendendo in considerazione i diversi punti di partenza. E per far ciò basta “una banca dati”.

Gli insegnanti braviconcludedevono essere pagati di più e più soldi anche alle scuole ben gestite; gli altri non vale la pena premiarli e in certi casi è meglio perderli

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