Stipendi docenti precari, il racconto di un’insegnante: “Così è umiliante e degradante, il sistema non ci rispetta”

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I mancati pagamenti degli stipendi per i docenti precari è una vicenda che, purtroppo, si ripresenta anno dopo anno. Si è scoperto che circa 1.500 docenti precari di Salerno, in gran parte inseriti nelle graduatorie di istituto, non hanno ricevuto lo stipendio da ottobre. Altri 800 colleghi aspettano il pagamento dal mese di settembre, dopo aver lavorato quasi un intero quadrimestre.

I docenti hanno dovuto affrontare il periodo natalizio senza stipendio, affrontando difficoltà economiche come il pagamento del mutuo, delle tasse e delle spese per i propri figli. Alcuni non hanno potuto nemmeno acquistare regali di Natale per i propri figli.

A Il Mattino, Monica, un’insegnante di diritto nelle scuole superiori di Salerno, rappresenta bene la situazione. Sebbene abbia vinto un concorso nel 2001, è ancora costretta a lavorare come supplente, spesso saltando le graduatorie per supplenze più lunghe. Il mancato pagamento degli stipendi, a causa di intoppi burocratici, è un problema che colpisce molti docenti come lei.

Monica lamenta che, nonostante anni di esperienza, il ruolo fisso e il regolare pagamento dello stipendio le vengano negati. I ritardi nei pagamenti, che possono arrivare fino a 4 mesi, incidono pesantemente sulla vita dei docenti supplenti.

La docente sottolinea il degrado e l’umiliazione di questa situazione. Essendo laureata in giurisprudenza e insegnando educazione civica e diritto, percepisce questo trattamento come una doppia offesa. Denuncia anche il ritardo nel trasferimento dei fondi da parte del Ministero dell’Istruzione alle scuole e l’ingiustizia nel non concedere ai docenti a tempo determinato gli stessi diritti di quelli di ruolo.

Monica, insieme a molti suoi colleghi, chiede rispetto per il loro lavoro in classe e un sistema di reclutamento che valorizzi l’esperienza dei docenti con anni di servizio: “La cosa che mi dispiace di più è che si tratta di una violazione di diritti: sono una docente laureata in giurisprudenza, che insegna educazione civica e diritto, per me è un doppio schiaffo. Il sistema non ci rispetta”.

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