Stipendi docenti più alti dove la vita è più cara, Cottarelli: “Sì a differenziazione in base alla Regione. C’è una finta uguaglianza”

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“E’ stato un genio chi ha inventato questo termine, gabbie salariali, che è un artificio retorico di cui dobbiamo liberarci e che comunque si applica all’estero. Non capisco cosa ci sia di sbagliato, se il costo della vita è alto è giusto dare più soldi, una compensazione, a chi abita e lavora lì, il problema deve essere affrontato, ci sono forti diversità di costi anche nello stesso nord. O almeno va data la priorità ai docenti di poter usufruire di case popolari, il problema non può essere rimosso”.

Sono le parole dell’economista Carlo Cottarelli intervenendo al convegno ‘Un’agenda per la scuola per il futuro del Paese’ in corso a Roma, che dunque commenta la proposta di differenziare gli stipendi degli insegnanti in base al costo della vita.

Voi – ha detto Cottarelli rivolto ai sindacati della scuola nel corso del convegno in corso a Roma – state imponendo una differenza: se i prezzi sono diversi, c’è nei fatti una discriminazione per chi vive in una grande citta del nord piuttosto che del sud. C’è una finta uguaglianza e il sindacato dovrebbe essere contro questa discriminazione”.

Tutto nasce da un ordine del giorno della Lega approvato in Aula alla Camera e che ha visto l’ok del Governo.

La proposta prevede una “quota variabile” di stipendio per i dipendenti pubblici, in particolare nel settore dell’istruzione, basata sul luogo di attività. L’obiettivo dichiarato è quello di considerare il diverso potere d’acquisto nelle varie regioni d’Italia, ma solleva preoccupazioni per possibili discriminazioni territoriali.

In realtà la proposta ha alimentato polemiche a non finire fra maggioranza e opposizione, ma che ha visto anche il fronte sindacale opporsi strenuamente a tale scenario.

Invece di aumentare gli stipendi, trovando le giuste risorse per il rinnovo del contratto Istruzione e Ricerca 2022-24, il Governo pensa evidentemente a come abbassarli. Solo così possiamo interpretare l’approvazione nottetempo dell’ordine del giorno presentato dalla Lega che vorrebbe introdurre una distinzione dello stipendio, in particolare del personale della scuola, attraverso ‘una quota di reddito correlato al luogo di attività’”. Così in una nota la FLC CGIL.

Si immagina dunque non solo di retribuire diversamente chi lavora al Sud, al Centro e al Nord, ma anche chi lavora nelle aree metropolitane rispetto a chi lavora nella provincia. Niente di nuovo sotto il sole, ciò significa reintrodurre le gabbie salariali in un Paese che avrebbe soprattutto bisogno di superare i divari territoriali che lo affliggono.

Parole dure anche dal sindacato Gilda degli Insegnanti, che ricorda in una nota a firma del coordinatore Rino Di Meglio, come “i contratti si firmano con i sindacati rappresentativi e per quel che ci riguarda non sottoscriveremo mai un contratto che differenzi per retribuzioni le aree geografiche”.

Il problema degli insegnanti delle aree metropolitane, non è il pane, la pasta e il cappuccino al bar ma i costi spropositati degli alloggi, si pensi a intervenire su questo problema, se si vogliono fare cose serie” conclude Di Meglio.

Stipendi docenti, la Lega: più soldi legati al costo della vita. Governo dà l’ok all’ordine del giorno. L’ira dell’opposizione: “No a cittadini di Serie A e B”

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