Sciopero scuola il 31 ottobre, fallita la conciliazione tra Flc Cgil e Ministero: “L’inflazione è tre volte l’aumento contrattuale, ci daranno 60-70 euro lordi, così non ci stiamo”

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Martedì 15 ottobre 2024, presso la sede del Ministero del Lavoro e della Previdenza Sociale, si è tenuto un incontro cruciale per il tentativo di conciliazione a seguito dello stato di agitazione proclamato dal sindacato del comparto “Istruzione e Ricerca”. Presenti all’incontro anche i rappresentanti del Ministero dell’Istruzione e del Ministero dell’Università e della Ricerca.

L’incontro, tuttavia, non ha portato a soluzioni concrete per le richieste avanzate dal sindacato.

Tra le principali istanze, lo stanziamento di risorse aggiuntive per il rinnovo del CCNL 2022-2024, necessario per tutelare il potere d’acquisto dei salari in linea con l’inflazione IPCA del triennio. Altre richieste includevano la salvaguardia della dimensione nazionale del CCNL contro la regionalizzazione, la stabilizzazione del precariato, il rafforzamento degli organici e la cessazione delle interferenze legislative nelle materie di regolazione del rapporto di lavoro.

Il sindacato ha inoltre sottolineato la necessità di superare le numerose emergenze che il personale di scuola, università, ricerca e AFAM affronta quotidianamente.

Con il fallimento del tentativo di conciliazione, il sindacato ha annunciato la proclamazione di uno sciopero dell’intera giornata per il 31 ottobre 2024. In preparazione dello sciopero, sono previste ulteriori specifiche forme di lotta per sostenere le rivendicazioni del personale del comparto.

Le parole della Flc Cgil Emilia Romagna

La segretaria generale per l’Emilia Romagna, Monica Ottaviani, in una dura presa di posizione, denuncia la scarsa attenzione del governo verso la scuola pubblica e gli stipendi inadeguati degli insegnanti, i più bassi del mondo occidentale secondo il rapporto Ocse 2024 “Education at a Glance”.

La sindacalista, in un’intervista a La Gazzetta di Reggio, accusa i governi, a partire dal 2008, di non investire adeguatamente nella scuola. L’aumento degli stipendi del personale scolastico tra il 2019 e il 2021, pari al 5,87%, è ben inferiore all’inflazione del periodo, che sfiora il 18%. Ottaviani critica inoltre il “regalo” natalizio del governo Meloni, definendo quei soldi come spettanti di diritto al personale.

La segretaria della Flc Cgil sottolinea la distanza tra gli stipendi degli insegnanti italiani e quelli dei colleghi europei. In Italia, il salario medio lordo annuo è di 31.950 euro, contro i 47.250 della Germania, dove un docente a fine carriera può arrivare a 87mila euro lordi l’anno. Cifre ancora più elevate in Lussemburgo, con punte di 141mila euro. L’Italia è al di sotto anche della media Ocse, pari a 43mila euro. “Non investiamo nel futuro e non lo facciamo da troppo tempo”, denuncia Ottaviani.

La sindacalista lamenta inoltre la mancanza di investimenti negli organici e il sovraffollamento delle classi, che in Emilia-Romagna raggiungono i 26 alunni. Con l’ultimo contratto, l’aumento effettivo in busta paga è di circa 70-80 euro lordi, una cifra che Ottaviani definisce irrisoria. A fine carriera, un insegnante italiano arriva a circa 35-40mila euro lordi annui, mentre un precario percepisce 1300-1400 euro al mese e un collaboratore scolastico meno di mille.

“Come si fa a viverci?”, si chiede Ottaviani, concludendo con un appello alla valorizzazione del personale scolastico e a un maggiore investimento nella scuola pubblica.

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