Stipendi docenti, Gavosto: “Salari a livello europeo, ma anche più ore a scuola per correggere i compiti e svolgere altre attività correlate”

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Su La Repubblica sul tema della retribuzione degli insegnanti interviene Andrea Gavosto, presidente della Fondazione Agnelli. Non è la prima volta che Gavosto scrive sulla questione.

Dopo una lunga disamina sulle questioni economiche anche rispetto al resto d’Europa, Gavosto pone l’accento sull’effettivo carico di lavoro degli insegnanti.

Caso quasi unico in Europa, afferma Gavosto, nel contratto dei docenti si considerano solo le ore di lezioni. Per un professore di scuola superiore, ad esempio, sono 18 ore a queste si aggiungono 80 ore nel corso dell’anno, circa 2 alla settimana, per attività di programmazione e partecipazione alle riunioni.

Tutto il resto, dalla preparazione delle lazioni alla correzione degli elaborati e alle altre attività non connesse con l’insegnamento, non sono inserite nel contratto. Non significa, però, che non siano svolte, ma sono lasciate al senso del dovere del singolo.

Dunque, tra scuola e casa, in base ai dati Ocse Talis, gli insegnanti dichiarano di lavorare 26 ore a settimana contro la media europea di 33 ore.

Per Gavosto l’insegnante coscienzioso lavora di più, ma siamo certi che non ci sia chi si limita al minimo sforzo?

La logica di dare poco e chiedere poco va ribaltata, sostiene il presidente della Fondazione Agnelli.

I nostri insegnanti dovrebbero ricevere salari europei e lavorare secondo orari europei: trascorrendo più ore a scuola a svolgere le attività che permetterebbero di migliorare la qualità degli apprendimenti.

Questo per arrivare, conclude Gavosto, alla crescita delle retribuzioni non per effetto dell’anzianità, ma per via delle responsabilità didattiche e organizzative.

Partito Democratico promette stipendi europei: necessari aumenti fino a 850 euro al mese per pareggiare i conti, circa 550 di media. I dati

Il lavoro sommerso degli insegnanti

Sull’argomento del lavoro degli insegnanti, nel recente passato, ci sono stati diversi interventi. Uno dei più significativi è quello del professore del Movimento Docenti Romani, Silvano Mignanti, che ha elaborato un documento prendendo in considerazione che le attività che l’insegnante svolge possono essere raggruppate in 14 macro-categorie, delle quali 11 sono previste nel contratto.

Più nel dettaglio nel documento si considerano:

1. Ore di lezione frontale
2. Partecipazione ad organi collegiali, consigli di classi, dipartimenti etc.
3. Ricevimento genitori
4. Viaggi di istruzione, visite, eventi e simili
5. Preparazione e correzione compiti, preparazione lezioni e relativi materiali
6. Preparazione documentazione (programmi, programmazioni, griglie, PDP, PEI…)
7. Preparazione e correzione compiti e svolgimento esami integrativi e/o di recupero
8. Esami di maturità
9. Funzioni aggiuntive all’insegnamento
10. Controllo degli alunni in fase di ingresso/uscita dalla scuola
11. Formazione continua

E poi:
12. Interazione con gli alunni/colleghi (in orario “extra”)
13. Ore dedicate a progetti/attività “pro bono” (orientamento, feste, attività extra-scolastiche…)

Infine, le cosiddette ore “buche” che, in mancanza di spazi adeguati, difficilmente vengono impiegate in attività “utili” quali la correzione dei compiti, e rappresentano dunque delle ore inutilmente sprecate rimanendo presso l’edificio scolastico.

Stima ore docenti: documento del Movimento Docenti Romani

Il lavoro sommerso dei docenti fra riunioni e documentazione: 52 ore e 45 minuti a settimana, altro che le 18 di lezione frontale

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