Stipendi docenti, entro il 2030 aumenti medi di 500 euro: lo propone Cisal, in accordo con Anief

Cisal, in accordo con Anief, ha presentato alle Commissioni Bilancio di Senato e Camera una proposta per ridurre entro il 2030 il divario retributivo tra il comparto scuola e le altre amministrazioni pubbliche. L’obiettivo è raggiungere un aumento di stipendio medio mensile di 500 euro, in linea con quelli delle Funzioni centrali, e intervenire anche sul gender gap retributivo, considerata l’elevata percentuale di personale femminile nel comparto.
Durante l’audizione sul Documento di economia e finanza 2025, il segretario confederale Cisal Massimo Blasi, in accordo con il presidente Anief e segretario confederale Cisal Marcello Pacifico, ha proposto di rivedere i meccanismi di riparto delle risorse per i rinnovi dei contratti collettivi nazionali 2025-2027 e 2028-2030. Il metodo attuale – spiega Anief in una nota – che prevede aumenti in percentuale uguale per tutti i comparti, contribuisce a mantenere il disallineamento, penalizzando il personale scolastico e quello degli enti locali.
Per contrastare lo squilibrio, è stata richiesta una politica di stanziamenti aggiuntivi, sulla scia di quanto realizzato per il personale dei Ministeri con il “decreto PA”, che ha introdotto risorse supplementari per il salario accessorio.
Misure per la scuola
Il documento Cisal contiene una serie di interventi finalizzati a migliorare le condizioni del personale scolastico:
- riconoscere la parità giuridica ed economica tra personale a tempo determinato e personale di ruolo, anche in recepimento della direttiva 70/99;
- recuperare l’anno 2013 ai fini della carriera e del trattamento pensionistico, in seguito a sentenze favorevoli;
- finanziare la formazione continua, oggi sostenuta dalla contrattazione integrativa;
- valorizzare il middle management, includendo docenti e personale EQ;
- reintrodurre il primo gradino stipendiale eliminato nel 2011;
- ricostruire integralmente la carriera del personale assunto prima del 2023;
- prevedere indennità per sedi disagiate e per l’uso ricorrente di contratti a termine;
- trasformare i posti vacanti e in deroga su sostegno in organico di diritto;
- eliminare i vincoli sulla mobilità e consentire il trasferimento intercompartimentale;
- introdurre i buoni pasto e nuovi profili professionali nel personale ATA.
Proposte pensionamento
In ambito previdenziale, si propone di definire criteri più favorevoli per l’accesso alla pensione nel settore scolastico, tenendo conto dell’elevata incidenza del burnout. In alternativa, per gli ultimi anni di servizio, si suggerisce di limitare l’attività lavorativa al solo tutoraggio dei nuovi assunti.
Welfare e defiscalizzazione
Oltre agli aspetti salariali, il documento invita a ripensare la struttura retributiva del pubblico impiego, ispirandosi in parte a quella del settore privato. In particolare, si richiede la defiscalizzazione del salario accessorio e l’espansione delle misure di welfare integrativo.
Investire nella scuola
Secondo i firmatari del documento, rafforzare il sistema scolastico attraverso misure retributive e contrattuali non equivale a una spesa, ma a un investimento strategico nel futuro del Paese.