Stipendi bassi e pochi investimenti: la scuola italiana penalizza i docenti, fanalino di coda in Europa. I dati del rapporto Svimez

L’Italia si posiziona all’ultimo posto tra le principali economie europee per investimenti nell’istruzione, spendendo meno della media OCSE e UE.
Secondo il Rapporto Svimez 2024, nel 2021 la spesa italiana in istruzione si attestava al 4% del PIL (3,7% escludendo la spesa in ricerca e sviluppo), contro una media OCSE del 5% e UE del 4,4%. Nonostante ciò, il rapporto alunni-docenti in Italia (1 a 10) è migliore rispetto alle medie OCSE (1 a 13) e UE (1 a 12). Il dato nazionale nasconde però forti differenze territoriali: nel Centro-Nord il rapporto è di 1 a 11, mentre nel Mezzogiorno scende a 1 a 9. Le regioni con il maggior numero di studenti per insegnante sono Lombardia (12,6), Emilia-Romagna e Veneto (12,4), mentre Molise (7,5), Basilicata (8,2) e Sicilia (8,5) registrano i rapporti più bassi.
Il Rapporto Svimez evidenzia anche le basse retribuzioni degli insegnanti italiani. Secondo i dati OCSE, lo stipendio lordo medio annuo si aggira intorno ai 47.111 dollari, inferiore sia alla media OCSE (54.241 dollari) che a quella UE (52.975 dollari).
Nello specifico, gli insegnanti della scuola dell’infanzia e primaria percepiscono in media 44.940 dollari all’anno (circa 2.318 euro al mese), quelli della scuola secondaria di I grado 47.829 dollari (2.467 euro mensili) e quelli della scuola secondaria di II grado 50.734 dollari (2.617 euro mensili).