Stefano Accorsi: “Genitori troppo protettivi. È egocentrismo. Lasciamo sbagliare i figli”. Dal set di un film alla scuola, l’attore chiede più autonomia per i ragazzi

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L’attore Stefano Accorsi veste i panni di Pietro nel film “Una figlia”, diretto da Ivano De Matteo e presentato in anteprima al Bif&st di Bari.

Riflessioni sulla paternità e la famiglia allargata

Interrogato sul suo personaggio da Leggo, Accorsi sottolinea l’importanza dell’immedesimazione, pur riconoscendo l’imprevedibilità delle reazioni umane di fronte a eventi estremi. L’attore porta la sua esperienza personale, menzionando la propria “famiglia allargata” e ammettendo che la “convivenza“, seppur positiva, presenta sempre delle piccole “problematicità da gestire”. Riguardo al ruolo dei genitori oggi, esprime una visione critica, ritenendoli “troppo protettivi” e inclini a deresponsabilizzare i figli. Suggerisce la necessità di concedere maggiore “autonomia” ai ragazzi, invitando gli adulti a concentrarsi anche su se stessi: “Facciamo i conti con noi stessi”.

Uno sguardo sulla società contemporanea

L’intervista tocca anche temi sociali più ampi. Accorsi definisce la società attuale come “complesso” da etichettare, specialmente riguardo alle generazioni. Evidenzia come il “consumismo” generi desideri omologati sia tra chi ha mezzi economici sia tra chi non ne ha, accentuando così le “differenze sociali” e creando una netta divisione tra privilegiati e non.

In questo contesto, emerge anche il ruolo fondamentale della scuola come agenzia educativa complementare alla famiglia. Se i genitori tendono alla deresponsabilizzazione, la scuola può e deve intervenire per promuovere la responsabilità individuale e collettiva. Attraverso l’assegnazione di compiti, la gestione di progetti di gruppo, l’educazione civica e digitale, l’istituzione scolastica può insegnare agli studenti il valore dell’impegno, il rispetto delle regole e la comprensione delle conseguenze delle proprie azioni.

Un dialogo costruttivo tra insegnanti e famiglie è cruciale per creare un fronte comune nell’educazione alla responsabilità, aiutando i giovani a sviluppare un pensiero critico e un senso di appartenenza attiva alla comunità. 

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