Stato di emergenza verso la proroga a ottobre: cosa cambia per la scuola
La decisione del governo è di prorogarlo fino al 31 ottobre. Lo Stato d’emergenza attribuisce al governo e alla Protezione civile dei “poteri straordinari” o “speciali”.
Lo scorso 31 gennaio 2020 il governo ha dichiarato, per la durata di 6 mesi, quindi fino al 31 luglio, lo stato di emergenza in conseguenza del rischio sanitario rappresentato dal virus Covid-19. La decisione del governo, ormai definitiva, è di prorogarlo fino al 31 ottobre.
Cosa cambia, in concreto, per la scuola?
Sottolineando, anche una volta, che lo stato di emergenza non significa lockdown, proviamo a capire quali possono essere le ripercussioni sul mondo della scuola.
Lo scopo della proroga dello stato di emergenza è consentire al governo di varare misure urgenti come i Dpcm senza passare per il Parlamento e per la Protezione Civile di acquistare mascherine o ciò che altro occorre bypassando procedure di gara o concorsi.
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Il provvedimento permetterà di acquistare tutto il materiale necessario a far ripartire in sicurezza la scuola: mascherine, gel, banchi, distanziatori di plexiglass, saltando alcuni passaggi per l’affidamento degli appalti che seguono percorsi agevolati.
Dubbi permangono, invece, sulle modalità di effettuazione dei concorsi che potrebbero svolgersi anche telematicamente (sono previste a fine settembre così come confermato dalla ministra Lucia Azzolina). Come sottolineato dalla ministra della Pa, Fabiana Dadone, si va verso la completa abolizione del cartaceo con l’adozione di supporti informatici per lo svolgimento delle prove. Sicuramente, considerata l’emergenza in atto, non ci saranno maxi preselettive: spazio, dunque, alla delocalizzazione delle procedure, da attuare grazie alle strutture pubbliche a disposizione (scuole, università etc) e legate alla residenza dei candidati.
Per quanto riguarda lo smart working, nella pubblica amministrazione, per una norma contenuta nel decreto Rilancio, i dipendenti potranno sfruttare la modalità del lavoro agile fino al 31 dicembre.
Per quanto concerne, invece, il ritorno in classe, tutto dovrebbe essere confermato per il 14 settembre (salvo quadro epidemiologico in deciso peggioramento).
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Stato di emergenza, cosa significa
Lo stato di emergenza può essere dichiarato al verificarsi o nell’imminenza di calamità naturali o eventi connessi all’attività dell’uomo in Italia. Può essere dichiarato anche in caso di gravi eventi all’estero nei quali la protezione civile italiana partecipa direttamente.
Il Codice della Protezione Civile (Decreto legislativo n. 1 del 2 gennaio 2018), ridefinisce la durata dello stato di emergenza di rilievo nazionale, portandola a un massimo di 12 mesi, prorogabile di ulteriori 12 mesi.
Il Consiglio dei ministri può deliberare lo stato di emergenza nazionale, senza necessità di passare per il Parlamento, per gli eventi calamitosi di tipo C. In Italia, infatti, tali eventi sono classificati in 3 tipi in base a estensione, intensità e capacità di risposta del sistema di protezione civile: il tipo A prevede una direzione degli interventi a livello comunale, il tipo B a livello provinciale e regionale, il tipo C a livello nazionale.
Lo stato di emergenza può essere dichiarato dal Consiglio dei ministri anche come misura preventiva, ovvero “al verificarsi o nell’imminenza di calamità naturali o eventi connessi all’attività dell’uomo in Italia”. Può inoltre essere dichiarato in caso di “gravi eventi all’estero nei quali la Protezione civile italiana partecipa direttamente”.
Allo scadere dello stato di emergenza viene emanata un’ordinanza “di chiusura”, che disciplina e regola il subentro dell’amministrazione competente in via ordinaria e quindi il ritorno alla normalità.