Spesa scuola diminuita del 9% dal 2010 al 2016

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I soldi stanziati per la scuola sono davvero pochi: il 3,6% del Pil.

A rilevare come la cifra sia irrisoria è il quotidiano La Stampa che ha ripreso anche i dati del rapporto Ocse Pisa relativi al 2016-2017 con cui si certifica il livello dell’Italia fra i più bassi di spesa fra i paesi considerati e dunque sotto la media.

Non consoli il fatto che peggio dell’Italia siano Lituania, Irlanda, Repubblica Ceca, Lussemburgo e Russia.

La vera (preoccupante) notizia è il raffronto di quanto si è speso in Italia per Istruzione e Università nel 2016 rispetto al 2010: il 9% in meno.

Anche in un raffronto più remoto nel tempo il confronto risulta impietoso. Roberto Giovannini, l’autore dell’articolo, ha fatto i conti risalendo addirittura al 1995 e ha calcolato che in tutto questo tempo la spesa ad alunno per la scuola primaria e per i due gradi di secondaria è aumentata in termini reali solo dello 0,5%. In pratica, si tratta di niente.

Se a questo si aggiungono i dati sull’età (avanzata) dei docenti che secondo i calcoli dovrebbero portare l’Italia ad avere nei prossimi anni la quota più bassa di docenti fra i 24 e 35 anni e i dati sugli studenti che non studiano e non lavorano, il quadro diventa davvero preoccupante.

“Le dimissioni di Lorenzo Fioramonti – scrive Giovannini nel suo articolo – confermano le difficoltà dell’Italia a trovare nuovi investimenti per il comparto scuola, università e ricerca, che neanche il governo Conte bis è riuscito a trovare”.

In buona sostanza, di soldi nella finanziaria ce n’erano davvero pochi. Fioramonti aveva chiesto tre miliardi per la scuola e Giovannini ha fatto un elenco economico per verificare se effettivamente il decreto Fisco presentava quelle cifre. Se si considera il blocco dei tagli, i fondi stanziati per gli asili nido (2,5 miliardi per i comuni per aumentare i posti ma all’interno delle misure per le famiglie), l’aumento di qualche decina di milioni dei fondi di finanziamento e delle borse di studio e delle risorse preventivate nel decreto Fisco (più risorse per la sicurezza degli edifici anche dall’8xmille dal 2020), la cifra richiesta non era presente nella manovra.

Anche considerando la spesa che deriverà dai 50mila docenti che entreranno in ruolo con il concorso per la secondaria e i fondi destinati all’edilizia scolastica, nel 2020 la scuola assorbirà circa 2 miliardi di euro, senza lasciare risorse all’Università. Esattamente la cifra che circolava in maniera ufficiosa nei mesi di lavoro sulla Finanziaria.

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