Sperimentazione percorsi quadriennali, Anief informa sull’incontro

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Si è tenuto un incontro sulla analisi dei dati della sperimentazione dei percorsi quadriennali di istruzione superiore, dai dati di competenza della amministrazione sembrerebbe che gli apprendimenti da parte degli studenti, anche nelle materie STEM, risultino paragonabili rispetto ai percorsi quinquennali.

Per il prosieguo delle sperimentazioni verrà creata una piattaforma dalla quale le amministrazioni e le rappresentanze negoziali potranno rilevare i dati dello stato dell’arte.

Gianmauro Nonnis, vicepresidente nazionale Anief, ha affermato che “c’è stata una certa irritazione per la mancata informativa preventiva della analisi proposta, i dati sembrerebbero indicare che l’apprendimento intensivo dei percorsi quadriennali abbia prodotto un effetto meccanico ed immediato sulle discipline proposte, il che significherebbe un effetto temporaneo e non culturale degli apprendimenti”.

Secondo Daniele Maggiore, presidente Anief Crotone, “i dati presentati dal MIM sono in itinere e non consentono di valutare la loro efficacia sui processi di contrasto alla dispersione scolastica. Inoltre non permettono di avere un quadro definito sulle nuove metodologie didattiche sviluppate in questi percorsi nell’ottica di miglioramento degli apprendimenti. La quadriennalizzazione dovrebbe contribuire allo sviluppo di nuove metodologie sperimentali che possano poi essere adottate e diffuse, con queste criticità rimangono dubbi sulla efficacia di percorsi focalizzati principalmente sulla compressione del percorso didattico”.

Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief, ha concluso dicendo che “la quadriennalità dei percorsi deve restare a livello di sperimentazione e solo su base volontaria da parte dei singoli istituti, riservata ai quelli che hanno i mezzi per affrontarla in maniera produttiva. Gli effetti di una applicazione estesa a tutti gli istituti produrrebbe da un lato il taglio di decine di migliaia di cattedre, effetto sindacalmente inaccettabile, dall’altro verrebbero meno i tempi di recupero necessari per gli studenti con le difficoltà legate alla crescita: effetto potenzialmente devastante a livello di dispersione scolastica”.

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