Specializzazione sul sostegno Indire, 6 marzo sindacati convocati al Ministero: c’è chi ne chiede lo stop e chi un secondo ciclo. Le posizioni

Il Ministero dell’Istruzione e del Merito ha convocato i sindacati della scuola per un incontro informativo in programma giovedì 6 marzo alle ore 12:00. Durante la riunione verrà presentato un nuovo provvedimento relativo ai corsi di specializzazione sul sostegno.
L’iniziativa, affidata a INDIRE, sarà rivolta a due categorie di docenti:
- coloro che hanno maturato almeno tre anni di servizio su posto di sostegno negli ultimi cinque anni, anche non consecutivi;
- docenti con titolo di specializzazione conseguito all’estero, attualmente in attesa di riconoscimento.
Le decisioni sulle graduatorie di merito dei concorsi PNRR
Durante l’incontro non verrà affrontato il tema delle graduatorie di merito per i concorsi PNRR. Lo ha precisato Mario Pittoni, responsabile del Dipartimento Istruzione della Lega ed ex presidente della Commissione Cultura al Senato, sottolineando che la proposta di creare queste graduatorie è sospesa in attesa di una risposta ufficiale della Task force PNRR della Commissione Europea.
Nonostante il rinvio della decisione, Pittoni ha espresso fiducia sull’esito dell’interlocuzione con Bruxelles.
Corsi di specializzazione sul sostegno: le nuove modalità
Il Decreto Legge n.71/2024, convertito in Legge 106/2024, ha introdotto un percorso di specializzazione da 30 CFU per i docenti con almeno tre anni di servizio su posto di sostegno negli ultimi cinque anni. Questo percorso si aggiunge ai percorsi di specializzazione già esistenti e sarà valido fino al 31 dicembre 2025.
Al momento si attende un decreto ministeriale per definire i dettagli operativi, che sarà oggetto di discussione giorno 6. Si sa che questi percorsi non sostituiranno il TFA sostegno, ma saranno percorsi paralleli rivolti esclusivamente a docenti con esperienza specifica.
Un altro percorso formativo sarà riservato ai docenti specializzati all’estero, attualmente in attesa di riconoscimento del titolo. Tuttavia, il decreto ministeriale che dovrebbe regolamentare l’accesso non è ancora stato pubblicato, nonostante fosse previsto entro 60 giorni dall’entrata in vigore della legge.
Secondo il Ministro Valditara, questi percorsi potrebbero partire nella primavera 2025, ma non ci sono ancora date ufficiali.
Il vincolo dei 120 giorni per i docenti con titolo estero
L’articolo 7 del Decreto-Legge 71/2024 stabilisce che i corsi INDIRE siano accessibili solo a chi ha presentato la domanda di riconoscimento del titolo estero almeno 120 giorni prima dell’emanazione del decreto, ossia entro il 1° giugno 2024.
Questo vincolo ha scatenato polemiche, poiché penalizza chi ha ottenuto il titolo all’estero, ma non ha potuto avviare la procedura di riconoscimento nei tempi previsti. Le principali criticità sollevate dai docenti riguardano:
- ritardi amministrativi, che hanno reso impossibile rispettare la scadenza;
- esclusione per pochi giorni, con alcuni docenti rimasti fuori per differenze minime nel calcolo dei 120 giorni;
- mancanza di flessibilità, che non tiene conto di difficoltà burocratiche indipendenti dalla volontà degli interessati.
Secondo i dati diffusi dai movimenti dei docenti coinvolti, solo due università rumene – tra le più frequentate per questi percorsi – contano circa 450 docenti esclusi. Se si considerano tutte le università europee interessate, il numero aumenta significativamente.
Il Ministero dell’Istruzione è consapevole della problematica grazie ai dati raccolti tramite la piattaforma ministeriale, ma esiste anche una categoria di docenti “invisibili”, ovvero coloro che, pur avendo il titolo, non hanno potuto avviare la procedura in tempo utile.
La richiesta di un secondo ciclo di corsi INDIRE
Per evitare esclusioni dovute a problematiche burocratiche, i docenti interessati propongono al Ministero di attivare un secondo ciclo di corsi INDIRE, permettendo a chi è rimasto escluso dal primo turno di iscriversi senza penalizzazioni.
Tra le soluzioni proposte:
- una proroga fino al 2026, per consentire cicli aggiuntivi e ridurre il rischio di contenziosi legali;
- una revisione del limite dei 120 giorni, introducendo flessibilità per chi ha subito ritardi non dipendenti dalla propria volontà.
L’articolo 7 del Decreto-Legge 71/2024 sembrerebbe lasciare spazio a possibili modifiche future, almeno secondo i docenti interessati, dato che utilizza l’espressione “in sede di prima applicazione”, suggerendo che potrebbero esserci aggiornamenti successivi.
Le polemiche sulla qualità della formazione
Gruppi di docenti specializzati per il sostegno tramite il percorso universitario TFA hanno più volte protestato contro l’avvio di questi percorsi, ritenendo che il modello attuale possa compromettere l’inclusione scolastica e il diritto allo studio degli alunni con disabilità.
Per tale motivo hanno avanzato una serie di proposte per consentire il conseguimento di tale specializzazione:
- percorsi formativi più rigorosi, con una durata minima di sei mesi;
- selezioni iniziali, per garantire la qualità degli iscritti;
- laboratori in presenza e tirocini obbligatori, per rafforzare la preparazione pratica;
- esami intermedi, per verificare le competenze acquisite.
Il rischio di una “sanatoria” per i titoli esteri
Alcuni docenti temono che i corsi INDIRE possano diventare una “sanatoria” per chi ha ottenuto il titolo di specializzazione all’estero, senza adeguati criteri selettivi. Sebbene gli insegnanti riconoscano la professionalità dei colleghi formatisi all’estero, chiedono che la formazione sia di qualità per tutti e che vengano chiariti i criteri di attribuzione del punteggio nelle graduatorie.
Il punto di vista di chi è favorevole ai corsi INDIRE
Se da un lato alcuni docenti e sindacati sollevano dubbi sulla qualità della formazione offerta dai corsi INDIRE, dall’altro vi è una parte della categoria che difende questa iniziativa, sottolineandone l’importanza strategica. Secondo i sostenitori del provvedimento, questi percorsi non possono essere liquidati come “corsetti” o “scorciatoie”.
L’obiettivo principale dei corsi INDIRE, ricordano, è rispondere alla grave carenza di docenti specializzati sul sostegno, un problema che ha un impatto diretto sulla qualità dell’inclusione scolastica. “Formare insegnanti che hanno già maturato un’esperienza pluriennale nel ruolo di docenti di sostegno – scrivono – consente non solo di colmare il fabbisogno di personale, ma anche di riconoscere il valore professionale di chi, pur operando da anni nel settore, non ha ancora avuto l’opportunità di accedere a una stabilizzazione“.