Specializzazione sostegno INDIRE, quando ci si iscrive? Ad aprile “gli esteri”, poi i “triennalisti”. VIDEO INTERVISTA

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Al vaglio due decreti per la specializzazione sostegno INDIRE (ma i corsi potranno essere avviati anche autonomamente dalle Università o in convenzione con Indire). La data di partenza esatta è ancora da definire, ma si parla di un avvio differenziato per le due tipologie di corsi. Obiettivo: per metà o fine aprile 2025 al via corsi per abilitati estero, poi per quanti hanno i tre anni di servizio nel grado di scuola richiesto. Cosa manca.

Confronto con i sindacati e parere CSPI

Lunedì 17 marzo è previsto un nuovo incontro con  i sindacati, per chiudere il confronto alla luce della tabella B e di alcune puntualizzazioni richieste, tra cui quella di inserire tra i titoli di accesso il titolo di studio valido per il grado richiesto, quello in cui è stato svolto il servizio che permette l’accesso al corso. Forti perplessità anche sulla platea dei docenti ricompresa nei corsi per il titolo estero, tra cui l’Amministrazione considererebbe anche coloro che hanno già ricevuto il rigetto del titolo.

Il Decreto dovrà passare per il CSPI, ma in questo caso i tempi sono veloci.

Percorsi per titoli esteri già ad aprile

Quindi il via alla prima tranche di abilitati, quelli esteri conseguiti presso un’università legalmente accreditata, con almeno 1.500 ore o 60 CFU, che non abbiano ricevuto risposta alla domanda di riconoscimento entro il 1 giugno 2024 o che abbiano un contezioso in essere.

N.B.  Se è già noto che i percorsi per i triennalisti devono essere di durata non inferiore ai 4 mesi, non c’è una analoga previsione per i docenti con titolo estero. Alcuni sindacati hanno chiesto di specificare una durata minima nel decreto, anche per assicurare la qualità del percorso.

In entrambi i casi gli aspiranti potranno scegliere tra il corso universitario e il corso INDIRE in autonomia o in convenzione con Università.

Percorsi per triennalisti: partenza potrebbe intrecciarsi con selezioni TFA sostegno

Poi toccherà ai docenti con tre anni di servizio su posto sostegno per il grado richiesto, negli ultimi cinque. Per questi il bando potrebbe essere in tarda primavera e percorsi protrarsi nel corso dell’estate. Certamente l’obiettivo sarà quello di permette agli aspiranti che acquisiranno il titolo di poter partecipare al concorso PNRR3.

Ecco la TABELLA dei posti, che va considerata non esaustiva perché il dato si ferma al 31 agosto 2024 e non prende in considerazione gli incarichi assegnati nell’anno scolastico 2024/25.

Ma la partenza dei percorsi per triennalisti potrebbe intrecciarsi con il TFA sostegno X ciclo, di cui però al momento non si ha traccia. La richiesta dei sindacati è infatti quella di dare la possibilità agli aspiranti in possesso dei requisiti di scegliere il percorso che ritengono più idoneo.

Quanti CFU

  1. il percorso per docenti triennalisti prevede nella bozza il conseguimento di 40 CFU, con esonero dal tirocinio
  2. il percorso per docenti con titolo estero un totale di 36 CFU se è possibile far valere un anno di servizio su posto sostegno, 48 in caso contrario.

Quanti docenti interessati?

  • per il percorso dei “triennalisti” sono circa 50.000 i docenti censiti, ai quali si aggiungono 25/30.000 docenti che acquisiscono l’annualità di servizio nel 2024/25.
  • 10.000 i docenti potenzialmente interessati al percorso per il riconoscimento del titolo estero, alle condizioni indicate dalla legge ossia con lo sbarramento del 1° giugno 2024.

Il fabbisogno

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Le parole del presidente di INDIRE, Francesco Manfredi

Il Ministero dell’Istruzione e del Merito ha affidato nuove funzioni a Indire, modificando lo statuto dell’ente di ricerca. Tra queste, come evidenziato dal presidente Francesco Manfredi durante, in un’intervista a Orizzonte Scuola, a margine di Fiera Didacta Italia, spicca la formazione dei docenti, “che già era un patrimonio dell’istituto ma che diventerà ancora più importante rispetto all’insieme delle tante attività che svolgiamo”. L’istituto ha già avviato importanti percorsi formativi, tra cui “la prima parte degli orientamenti” e “la formazione per la riduzione di vari territoriali”, e sta ora lanciando nuovi programmi che coinvolgeranno “diverse decine di migliaia di docenti”.

L’urgenza della specializzazione sul sostegno

“In primis sta particolarmente a cuore al Ministro e al Ministero la formazione per i docenti di sostegno, quindi TFA per risolvere un’anomalia che è tutta italiana”, ha dichiarato Manfredi. Il presidente ha illustrato la dimensione del problema: “Noi oggi abbiamo circa 60.000 docenti di sostegno che non hanno però un riconoscimento, cioè che non hanno potuto frequentare un corso abilitante e cui non quindi avere la possibilità di essere docenti strutturati a tutti gli effetti”. Una situazione destinata ad aggravarsi: “Ho detto 60 mila, a settembre quando scatterà il terzo anno sulla cattedra diventeranno 90 mila“.

Un doppio problema da risolvere

Secondo Manfredi, questa situazione genera due problemi interconnessi. Il primo riguarda i docenti stessi: “Questa insicurezza, che è una delle cose contro il quale il ministro ha lottato fin da subito, cercando di stabilizzare il più possibile, rende difficile anche la loro stessa vita privata, la difficoltà ad esempio di andare in banca e di richiedere un mutuo”. Il secondo problema coinvolge gli studenti: “Sono studenti particolarmente fragili, che sono assistiti comunque da docenti che non hanno una stabilità e che quindi sono sempre a rischio rispetto al cambiamento di cattedra”.

“Questi percorsi formativi partiranno il prossimo mese”, ha annunciato Manfredi, “partiranno subito per i circa 10.000 docenti che hanno acquisito comunque un titolo all’estero e subito dopo partiranno anche per gli altri 50.000 docenti che da almeno 3 anni sono sulla cattedra”.

Il presidente ha concluso sottolineando l’importanza di questa iniziativa: “Credo che affidare ad Indire un ruolo di apripista rispetto alla soluzione del problema sia la cosa più efficace che si dovesse fare non solo che si potesse fare ma lo sottolineo che si dovesse fare per rispetto di quei 90 mila professionisti e di quei migliaia di ragazzi che si assistono”.

Le risposte ai quesiti

È possibile inviare un quesito all’indirizzo [email protected] (non è assicurata risposta individuale ma la trattazione di tematiche generali)

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