Specializzati sostegno estero e docenti con 3 anni di servizio: verso percorsi di formazione compensativi per il titolo valido
Secondo quanto ci comunicato fonti istituzionali, il Ministero dell’istruzione e del Merito sta pianificando un intervento normativo per i percorsi di specializzazione nel sostegno. L’obiettivo è introdurre percorsi compensativi per due categorie principali: i possessori di titoli di studio stranieri in attesa di riconoscimento e gli individui senza specializzazione ma con tre anni di esperienza in ambito di sostegno.
La proposta prevede che la gestione della formazione sia affidata a enti diversi dalle università, al fine di garantire l’attivazione di un maggior numero di percorsi formativi, realizzati in maniera più rapida ed efficiente.
Una delle principali sfide riguarda la regolamentazione dei titoli di studio stranieri. Il Ministero si trova di fronte alla difficoltà di integrare percorsi formativi eterogenei per caratteristiche e livelli di qualità.
Questa situazione si complica ulteriormente considerando le esigenze degli studenti con disabilità, i quali necessitano di figure professionali altamente qualificate per garantire una reale inclusione scolastica.
La proposta di realizzare dei corsi compensativi per i titoli esteri si inserisce in questo contesto di necessità di elevati standard formativi e professionali, nonché come via d’uscita al pantano per la valutazione dei titoli da parte del Ministero.
Ricordiamo, infatti, che a seguito di recenti decisioni giuridiche, tra cui quella dell’Adunanza Plenaria del Consiglio di Stato a dicembre 2022, il Ministero ha dovuto intraprendere azioni concrete per il riconoscimento dei titoli di studio ottenuti in altri paesi dell’Unione Europea, alla luce delle competenze acquisite dai titolari. Il Ministero dell’Istruzione e del Merito ha delegato al Cimea il compito di gestire il processo di valutazione, per il quale sono stati destinati 4,5 milioni di euro.
Nonostante gli sforzi e le risorse investite, si riscontra una lentezza nel processo di valutazione delle istanze, con circa 12.000 domande in attesa. Dopo un anno dall’inizio delle operazioni, solo il 10% di queste è stato effettivamente esaminato.
