In Spagna ritorna obbligatoria l’ora di religione cattolica

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Red – Il 17 maggio scorso il Consiglio dei ministri spagnolo ha approvato il progetto di Legge organica per il miglioramento della qualità aducativa (Lomce) che fra l’altro riporta all’obbligo dell’insegnamento della religione cattolica come "materia ordinaria e obbligatoria in tutti i centri docenti, siano statali o non statali".

Red – Il 17 maggio scorso il Consiglio dei ministri spagnolo ha approvato il progetto di Legge organica per il miglioramento della qualità aducativa (Lomce) che fra l’altro riporta all’obbligo dell’insegnamento della religione cattolica come "materia ordinaria e obbligatoria in tutti i centri docenti, siano statali o non statali".

Se la Lomce passerà l’esame del parlamento, la religione – e l’ora alternativa di "Valori culturali e sociali" (scuola primaria) e "Valori etici" (scuola secondaria) per chi non volesse avvalersi dell’Irc – tornerà a essere, com’era negli anni ’90, una materia curricolare come le altre, che conterà "a tutti gli effetti" per la valutazione annuale dell’impegno dello studente, un corso di studio obbligatorio, al punto che obbligatorio sarà seguire l’aternativa in luogo dell’Irc.

La riforma, resa necessaria secondo il ministro dell’Istruzione Josè Ignacio Wert, per ovviare al fenomeno della dispersione scolastica (giunto al 24,5%) e alla mediocrità dei risultati a confronto con altri paesi europei, prevede ovviamente la soppressione di quell’"Educazione alla cittadinanza" voluta per tutti gli alunni dal precedente governo socialista di Zapatero.

Alla base di questa legge  è il documento pubblicato il 20 maggio dai vescovi, dopo l’approvazione ottenuta dalla loro Assemblea di aprile: Orientamenti pastorali per il coordinamento della famiglia, della parrocchia e della scuola nella trasmissione della fede.

 Nel documento – che "accoglie", si legge nel comunicato della Conferenza episcopale, "gli orientamenti dati da Benedetto XVI in merito alla cosidetta "emergenza educativa" – per l’ambito scolastico si afferma che la materia "religione cattolica" non può essere ridotta a un mero trattato di religione o di scienze della religione, come desiderano alcuni; deve conservare la sua autentica dimensione evangelizzatrice di trasmissione e di testimonianza della fede.

Perciò i professori devono essere coscienti del fatto che l’insegnamento scolastico della religione deve rendere presente nella scuola il sapere scientifico, organico e strutturato della fede, in uguaglianza accademica con gli altri saperi, rendendo possibile il discernimento della cultura che si trasmette nella scuola e rispondendo agli interrogativi degli alunni, in special modo alla domanda sul senso della vita".
 

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