Sostegno, quale continuità didattica? Quasi il 60% degli alunni con disabilità cambia ogni anno insegnante. I dati dell’ISTAT

La continuità didattica per gli alunni e studenti con disabilità resta un miraggio nella maggior parte dei casi. La conferma arriva dall’ultimo report Istat sull’inclusione scolastica per l’anno scolastico 2022-2023.
Quante volte abbiamo riportato notizie e testimonianze dirette di famiglie che si lamentano per la mancata continuità di insegnante di sostegno? Tante.
La causa principale risiede nel fatto che ancora troppi insegnanti di sostegno sono precari e quindi capita spesso che ogni anno l’assegnazione del docente sia sempre diverse.
A tal proposito il Ministro Valditara ha annunciato una proposta di modifica al regolamento delle supplenze che vada incontro proprio a questo problema, ovvero la conferma dello stesso insegnante per tutto il ciclo scolastico: “Stiamo lavorando alla modifica del regolamento per le supplenze, in modo da consentire la conferma dei docenti precari sui posti ricoperti per tutta la durata del ciclo scolastico frequentato dagli studenti con disabilità che sono loro affidati, nel pieno accordo frale famiglie e le istituzioni scolastiche“, ha detto il Ministro.
Ad ogni modo, la fotografia dell’Istat per l’anno scolastico 2022/2023 vede la quota di alunni con disabilità che ha cambiato insegnante di sostegno rispetto all’anno precedente essere pari al 59,6%, sale al 62,1% nelle secondarie di primo grado e raggiunge il 75% nelle scuole dell’infanzia.
Il fenomeno, riporta l’Istat, è piuttosto stabile su tutto il territorio e sembra consolidarsi nel tempo, non si riscontrano infatti differenze rispetto al passato.
L’Istat pone anche un altro dato su cui riflettere, ovvero il 9% di alunni che invece ha cambiato insegnante per il sostegno nel corso dell’anno scolastico. Anche in tale circostanza, non si ravvedono differenze significative sul territorio e tra gli ordini scolastici.
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