Sostegno, metà dei docenti precari, Anief: la soluzione è solo una, portare in organico di diritto i 90mila posti in deroga

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Si è parlato tanto di precariato nell’incontro sull’inizio dell’anno scolastico, tenuto ieri sera, tra le organizzazioni sindacali e il Ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara: in particolare, si è convenuti sulla necessità di avere maggiore continuità didattica, a partire da quella dei docenti di sostegno che a detta dell’amministrazione cambierebbero cattedra con eccessiva frequenza.

Per dare una risposta al problema, il Ministro ha già annunciato di voler intervenire sul regolamento per le supplenze per poter permettere, dal prossimo anno, la possibilità di poter confermare sullo stesso posto i supplenti di sostegno, su richiesta delle famiglie, per l’intero ciclo scolastico dello studente con disabilità. Secondo Anief, però, se si vuole davvero raggiungere l’obiettivo non è questa la strada.

“Abbiamo fatto presente al Ministro – spiega Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief – che sul sostegno il vero nodo da sciogliere riguarda i tantissimi posti in deroga, quest’anno pari a 89mila e destinati ad aumentare nelle prossime settimane: solo che la soluzione non può essere quella dei contratti pluriennali, ma il travaso di quelle cattedre nell’organico di diritto. Realizzando questo passaggio, si aprirebbero le porte della stabilizzazione per decine di migliaia di precari specializzati, si darebbe un colpo mortale alla supplentite e si agevolerebbe finalmente la continuità didattica. Perché se c’è un posto in deroga, il problema è nominare un supplente o trasformare quel posto in organico di diritto?”.

“Le immissioni in ruolo – dice ancora il sindacalista autonomo – andrebbero inoltre realizzate anche per i supplenti di sostegno che hanno svolto già tre annualità di servizio e che verrebbero introdotti in sovrannumero nei Tfa di specializzazione. Un sistema di questo tipo permetterebbe di realizzare pure un piano di progressivo assorbimento dei posti in deroga nella pianta organica degli insegnanti di sostegno, eliminando alla fonte quell’organico di fatto che oggi crea solo problemi”.

“Perché – continua Pacifico – è vergognoso, soprattutto rispetto i nostri studenti con disabilità che necessitano delle maggiori attenzioni, che la metà degli insegnanti di sostegno debba oggi ancora essere precario e molto spesso pure non specializzato. Ecco perché abbiamo anche quest’anno riavviato l’iniziativa gratuita ‘Non un’ora di meno’, attraverso la quale le famiglie degli alunni, ma anche gli stessi docenti e tutti gli operatori scolastici, hanno la possibilità di fare attivare tutti i posti richiesti dalle scuole agli Uffici scolastici territoriali”.

Anche i triennalisti esclusi dal TFA VIII ciclo possono ricorrere al Tar del Lazio per chiedere l’accesso diretto ai corsi senza passare per la selezione. Questi docenti devono avere prestato servizio su posto di sostegno per almeno tre anni negli ultimi cinque: il ricorso si propone di far accedere i docenti precari direttamente al corso universitario al di là della quota di riserva del 35% dei posti attivati previsto dal Decreto Interministeriale n. 691/2023 dopo lo svolgimento delle prove. È comunque necessario aver partecipato alle selezioni per l’accesso al TFA Sostegno dell’università di proprio interesse in attesa dell’esito del ricorso stesso.

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