Sostegno, a settembre 40 mila docenti non specializzati. Anief: perché il Ministero ha deciso di lasciare fuori tanti precari?

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Anief – Il decreto interministeriale n. 90 del 7 agosto 2020 ha disposto la riapertura dei bandi delle Università per l’ammissione alle prove per l’accesso ai corsi di specializzazione di sostegno agli alunni disabili, riaprendo i termini per essere ammessi direttamente ai corsi del quinto TFA sostegno “è stato voluto fortemente dall’Anief: è un decreto voluto anche dal legislatore che ammette agli scritti chi ha svolto tre anni di servizio su posto di sostegno anche senza avere il titolo. Tuttavia, tutto questo per Anief non basta a rimediare all’emergenza che avremo a settembre”: a dichiararlo è Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief, nel corso di un’intervista rilasciata a Teleborsa.

L’emergenza sostegno non si placa, nemmeno dopo le modifiche attuate all’accesso al corso Tfa specializzante. “Purtroppo a settembre avremo oltre 40 mila insegnanti senza specializzazione su sostegno che saranno chiamati su posti in deroga. Posti al 30 giugno per i quali Anief sta portando avanti una lunga battaglia in tribunale affinché possano essere posti in organico di diritto, anche con l’iniziativa ‘Non un’ora di meno’ che abbiamo portato avanti in questi anni coinvolgendo in maniera gratuita le famiglie, in modo che ogni alunno potesse avere il proprio insegnante di sostegno, in base al Pei, come richiesto delle scuole”.

“Contestualmente – prosegue Pacifico – continua la battaglia in tribunale per la contestazione dei numeri: sono in realtà più del doppio degli ammessi, 20 mila, del corso Tfa sostegno per conseguire la specializzazione. In realtà il Tar si dovrà pronunciare su una istruttoria fatta male, perché quando il ministero dell’Istruzione ha organizzati questi corsi di sostegno non ha tenuto conto del fabbisogno degli organici, delle domande, del numero dei precari, ma soltanto dell’offerta degli atenei”

“Ecco perché riteniamo che a settembre, quando si svolgeranno queste prove selettive, tutti quanti, sia chi ha conseguito la sufficienza, sia chi è stato ammesso direttamente agli scritti, possano essere ammessi al corso di specializzazione finale. E debbano eventualmente ricorrere per poter avere riconosciuto il diritto ad una formazione adeguata o per essere chiamati in cattedra – conclude il presidente Anief – sempre per garantire il diritto all’istruzione”.

La novità più importante, recepita dal nuovo atto, è l’ammissione diretta alla prova scritta di tutti i candidati che abbiano prestato almeno tre anni di servizio, anche non consecutivi, su posto di sostegno nello specifico grado per cui vogliano conseguire la specializzazione. Rimangono fuori, senza possibilità di accedere ai corsi specializzanti, i docenti con tre anni di servizio prestati tutti o in parte su disciplina comune. Risulta illegittima, inoltre, la previsione di ammettere alle prove scritte solo un numero di candidati pari al doppio dei posti a concorso, anziché garantire l’accesso alla fase successiva di tutti coloro che raggiungeranno la sufficienza. È possibile aderire gratuitamente a entrambi i ricorsi fino al 5 ottobre sul Portale ANIEF.

Per l’ufficio legale del giovane sindacato deve essere dunque ammesso alla prova scritta chi ottiene la sufficienza alla preselezione o comunque rientra nel novero dei posti aggiuntivi richiesti rispetto a quelli banditi e se ha comunque tre anni di servizio. Chi ha invece tre anni di servizio su posti di sostegno dovrebbe comunque poter frequentare il corso indipendentemente dall’esito delle prove. Aperte le pre-adesioni gratuite.

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