Sostegno: 52.622 posti da coprire e una riforma per colmare il vuoto: la pagina dedicata del sito dell’Università degli Studi LINK

Il sostegno scolastico in Italia è il volto più evidente del precariato strutturale. A ogni inizio d’anno, migliaia di cattedre di sostegno vengono affidate a docenti privi della specializzazione, spesso tramite chiamate da GPS o domande di messa a disposizione. Un’emergenza cronica, che compromette la continuità educativa degli alunni con disabilità e costringe molti insegnanti a lavorare in condizioni di incertezza.
I numeri parlano chiaro: secondo quanto indicato nell’Allegato B del Decreto Ministeriale n. 75/2025, in attuazione dell’art. 6 del DL 71/2024, sono ben 52.622 i posti di sostegno attivabili per i nuovi percorsi di specializzazione su base regionale. Posti che, in larga parte, sono già oggi coperti da docenti senza titolo, spesso con anni di esperienza alle spalle ma esclusi da ogni prospettiva di stabilizzazione.
Proprio per rispondere a questa esigenza formativa l’Università degli Studi Link, in linea con altri Atenei italiani, sta organizzando percorsi dedicati ai docenti che rientrano nelle categorie individuate dai già citati decreti ministeriali.
Un’emergenza distribuita, ma con picchi regionali
La mappa dei fabbisogni è disomogenea, ma i picchi sono impressionanti:
- Lombardia: 11.756 posti
- Piemonte: 7.098
- Emilia-Romagna: 4.647
- Lazio: 4.382
- Veneto: 3.443
- Campania: 2.631
Sono tutte regioni dove, storicamente, il numero di specializzati è stato insufficiente a coprire le richieste delle scuole. In questi territori, ogni anno migliaia di alunni disabili iniziano l’anno senza un insegnante di sostegno specializzato, e i dirigenti scolastici si trovano a dover “arruolare” personale da graduatorie esaurite o da domande spontanee.
I nuovi percorsi come risposta alla carenza cronica
Il nuovo impianto normativo, con i percorsi semplificati previsti dagli articoli 6 e 7 del DL 71/2024, rappresenta la prima risposta strutturale a questa carenza cronica. La scelta di riservare questi percorsi a:
- docenti triennalisti, cioè con almeno tre anni di servizio su sostegno nello stesso grado di scuola;
- docenti con titolo estero in attesa di riconoscimento, risponde all’obiettivo di valorizzare chi è già dentro il sistema, chi ha maturato esperienza sul campo e può essere rapidamente inserito in ruolo, riducendo il precariato e migliorando la qualità dell’inclusione.
L’offerta formativa dell’Università degli Studi Link
Per entrambi i profili professionali, triennalisti e docenti con titolo estero, l’Università degli Studi Link, in attesa del via libera ufficiale da parte del Ministero, ha già organizzato la struttura dei percorsi di specializzazione, predisponendone l’impostazione didattica secondo gli standard stabiliti dai vari decreti.
Stabilizzazione e continuità: i veri obiettivi
Formare e specializzare chi già lavora sul sostegno significa anche garantire continuità didattica. Uno dei problemi principali, infatti, è che ogni anno cambia il docente, con conseguente disorientamento per l’alunno, per la famiglia e per l’intera classe. I nuovi percorsi, della durata minima di 4 mesi e con costi calmierati, rappresentano una via concreta alla stabilizzazione di questi insegnanti.
Una volta ottenuto il titolo, infatti, i docenti potranno essere inseriti in GPS I fascia sostegno, partecipare ai concorsi riservati o ordinari, e accedere all’immissione in ruolo. Un cambiamento decisivo, che trasforma la precarietà in opportunità professionale.
Una misura straordinaria ma necessaria
È bene ricordare che i percorsi previsti dagli articoli 6 e 7 sono straordinari e temporanei, e dovranno concludersi entro il 31 dicembre 2025. Una finestra limitata, che il Ministero ha aperto per risolvere una parte del problema in tempi rapidi. Non saranno sufficienti a coprire tutto il fabbisogno nazionale, ma rappresentano un primo intervento sistemico dopo anni di soluzioni tampone.
Meno supplenze, più diritti
Il precariato nel sostegno non è solo una questione contrattuale. È una violazione del diritto all’istruzione inclusiva, sancito dalla Costituzione e dalle convenzioni internazionali. Ogni anno che passa senza docenti specializzati è un anno sottratto al pieno sviluppo educativo degli alunni con disabilità.
Formare e stabilizzare decine di migliaia di insegnanti già attivi significa non solo rafforzare la scuola pubblica, ma anche restituire dignità a una professione complessa e decisiva. E forse, per la prima volta, questi numeri non saranno più solo emergenze statistiche, ma opportunità di cambiamento reale.
Scopri maggiori informazioni sulla pagina dedicata del sito dell’Università degli Studi LINK.