SOS Docenti di sostegno, in Sicilia triste primato: i supplenti (oltre 14mila) superano quelli di ruolo. L’esperto: “La continuità didattica è una lotteria, conseguenze negative per tutti”

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L’anno scolastico in Sicilia si apre con un primato negativo: per la prima volta, il numero di docenti di sostegno precari supera quello dei docenti di ruolo.

Con 14.086 supplenti o incaricati provvisoriamente contro 13.954 di ruolo, la situazione evidenzia un sistema scolastico in difficoltà nel garantire continuità e qualità nell’assistenza agli alunni disabili.

Il problema è aggravato dall’aumento costante degli alunni con disabilità, mentre il numero di cattedre stabili rimane inadeguato. Tale squilibrio costringe gli uffici scolastici regionali a concedere ogni anno migliaia di posti in deroga, sotto la pressione delle richieste dei genitori e delle sentenze dei tribunali amministrativi.

Il risultato è un precariato diffuso che penalizza gli studenti più fragili, costretti a subire un continuo avvicendamento di insegnanti. In molti casi, i docenti cambiano ogni anno, se non addirittura più volte durante l’anno scolastico, compromettendo la qualità dell’insegnamento e la stabilità necessaria per un apprendimento efficace.

La situazione è particolarmente critica a Palermo, dove il 55% dei 7.611 posti di sostegno è occupato da personale precario.

A La Repubblica, Leonardo Alagna, docente e fondatore dell’Osservatorio diritti scuola, sottolinea come la facilità con cui le famiglie vincono i ricorsi per ottenere le ore di sostegno previste per legge dovrebbe spingere il Ministero a pianificare meglio le esigenze del personale specializzato. Ogni ricorso vinto comporta costi aggiuntivi per lo Stato, tra spese legali e risarcimenti alle famiglie.

Nonostante le nuove norme introdotte dal Decreto Scuola la conferma dello stesso docente di sostegno per l’anno successivo rimane incerta, dipendendo da vari fattori come la disponibilità del posto e le immissioni in ruolo. Ciò rende la continuità didattica una sorta di lotteria, con conseguenze negative per gli studenti.

Alagna critica anche l’accettazione dei posti in deroga come “normali” da parte dei sindacati, che spesso gestiscono i ricorsi legali. “Perché non assegnare preventivamente il corretto numero di ore agli alunni?”, si chiede, evidenziando come questa mancanza di pianificazione abbia comportato una spesa superflua di almeno 2 miliardi di euro negli ultimi 17 anni.

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