Il sorteggio per pagare i supplenti: purtroppo non è una notizia assurda

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Red – La notizia l’avevamo data stamattina, sperando che fosse solo una provocazione, invece è una desolante e amara realtà.

Red – La notizia l’avevamo data stamattina, sperando che fosse solo una provocazione, invece è una desolante e amara realtà.

Una scuola di Grosseto, il liceo linguistico Rosmini, ha usato il sorteggio per pagare i supplenti, a febbraio su 11 solo 5 sono stati pagati.
 
E la stessa cosa potrebbe succedere per marzo: "E’ assurdo, ce ne rendiamo conto, – raccontano il dirigente amministrativo Giovanni Scarano e la preside Gloria Lamioni –  ma non potevamo fare diversamente. Purtroppo è una necessità a cui ci hanno costretto il ministero dell’Istruzione e quello del Tesoro".
 
"Siamo dovuti ricorrere al sorteggio per il mese di febbraio – continuano – All’inizio, dopo aver richiesto l’attivazione dei primi contratti di supplenza, ci hanno concesso cinquemila euro, ma poi nel corso delle settimane abbiamo dovuto chiamare altri insegnanti. Ma dal Miur non hanno aggiornato i fondi e nemmeno ci hanno mai risposto alle nostre richieste incessanti di chiarimento". Per pagare tutti i precari mancano all’appello 7.000 euro.
 
Il segretario regionale della Cgil Scuola, Alessandro Rapezzi, è intervenuto:"A fine 2012 dei pagamenti dei supplenti non sono più responsabili le singole scuole ma è tutto centralizzato. Gli istituti sono tenuti a inserire in una piattaforma informatica le generalità dei docenti chiamati attraverso le graduatorie e il loro presunto periodo di sostituzione. Poi però l’assenza del titolare si prolunga, da una settimana la supplenza può allungarsi a due o addirittura coprire un intero mese, ma il sistema informatico non accetta aggiornamenti. Insomma, la burocrazia si rende resposanbile di ingiustizie sociali devastanti".
 
Il sorteggio è avvenuto di fronte alle rsu e con il consenso degli interessanti – ha raccontato la preside – ma devo dire è stato ed è mortificante non poter garantire il minimo stipendio a persone che hanno lavorato e dato un servizio allo Stato. Fra insegnamento e dirigenza sono nel mondo della scuola da oltre 20 anni e non mi era mai capitata una cosa così desolante".

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