“Sono rinato”, un giovane racconta la sua uscita dal tunnel dell’hikikomori: “Davano la colpa ai videogiochi, ma non era così”

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Un giovane torinese, che ha preferito mantenere l’anonimato, ha condiviso con La Repubblica la sua esperienza con l’hikikomori, un fenomeno di isolamento sociale estremo sempre più diffuso tra i giovani.

Il ragazzo racconta di essersi rinchiuso in casa durante la seconda media, in seguito al trauma per la malattia della nonna. Inizialmente, il suo disagio è stato sottovalutato sia dalla scuola che dalla famiglia, attribuendo erroneamente la colpa ai videogiochi.

“I miei genitori all’inizio davano la colpa ai videogiochi”, racconta il giovane. “Poi mi hanno ascoltato e mi sono stati vicini. Così è iniziata la guarigione”. La sua testimonianza evidenzia l’importanza cruciale dell’ascolto e del supporto familiare nel percorso di recupero degli hikikomori.

Il caso riportato da La Repubblica riaccende i riflettori su un fenomeno preoccupante che, sebbene originario del Giappone, sta prendendo piede anche in Italia. Secondo i dati allarmanti riportati dal Ministro Valditara, sarebbero circa 50.000 i giovani italiani che vivono in condizioni di isolamento sociale estremo. La storia di questo ragazzo torinese, fortunatamente conclusa con una “rinascita”, deve servire da monito per non sottovalutare i segnali di disagio dei giovani e per costruire una rete di supporto che coinvolga famiglia, scuola e istituzioni.

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