Social, politica e sport settori più inquinati da parole offensive e irrispettose

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Secondo un’indagine condotta dall’Osservatorio D insieme a SWG, emerge che per metà degli italiani è essenziale l’uso di un linguaggio inclusivo, mentre il 60% si dichiara stanco del politicamente corretto. Questa ricerca, basata su un campione rappresentativo della società italiana, accompagna il lancio del libro “Non solo parole – Guida a una cultura condivisa”, pubblicato da Valore D per celebrare i 15 anni dell’associazione. Il libro sarà presentato al Salone del Libro di Torino.

Oltre la metà degli intervistati (56%) sottolinea l’importanza di conoscere e utilizzare le parole con attenzione, poiché possono includere o ferire. Questa opinione è particolarmente condivisa tra le persone oltre i 55 anni (62%). Più della metà ritiene che un linguaggio inclusivo sia cruciale per una società migliore.

Il 70% degli intervistati pensa che l’integrità della lingua vada protetta dalle distorsioni attuali e dal politicamente corretto, che ha “stancato” tre persone su cinque. Molti ritengono inoltre che l’enfasi crescente sulle parole non sia seguita da un’effettiva attenzione verso le persone, configurando un rischio di inclusività di facciata.

Secondo il 54% dei partecipanti, l’attenzione verso un linguaggio rispettoso sembra essere solo una moda comunicativa. I social media (85%), lo sport (81%) e la politica (80%) sono percepiti come gli ambiti più colpiti da un linguaggio offensivo. Tuttavia, per sei italiani su dieci, il mancato rispetto attraverso il linguaggio si manifesta anche a scuola e sul posto di lavoro.

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